Cari lettori,
Benvenuti al consueto appuntamento de 'Le interviste di Lego et Cogito'. L'intervistato della settimana è Mario Fresa, di cui questa settimana è stata pubblicata la recensione del libro 'Svenimenti a distanza'. Buona lettura.
Ciao Mario, presentati alla nostra community e parlaci un po' di te.
Sono uno scrittore e un traduttore. I miei libri più recenti sono il volume di traduzioni Alfabeto Baudelaire (EDB, 2017) e il prosimetro Svenimenti a distanza (Il Melangolo, 2018). Sono nato a Salerno nel 1973.
Quando è nato in te l'amore per la scrittura?
L’amore per la scrittura è nato…leggendo molto, fin da ragazzino.
Qual è il tuo autore preferito?
Ho molti amori: Dante, Baudelaire, Leopardi, Goethe, Foscolo, Nievo, Thomas Mann, Hesse, Kafka, Borges, Eliot, Rilke, Rosselli, Camus, Bufalino…
Da chi o cosa trai ispirazione per scrivere?
Dallo stravolgimento dei ricordi; dalla emersione di quelle immagini interiori che Jung e Hillman ci hanno insegnato a riconoscere; dalla comprensione e, soprattutto, dall’incomprensione di quella che noi chiamiamo realtà.
Oltre ad essere un poeta hai pubblicato anche opere di critica letteraria. Che effetto fa, ad uno scrittore poliedrico come te, passare da un genere all'altro?
Tendo ad annoiarmi facilmente. Passare spesso da un genere all’altro (sia come lettore, sia come autore) mi permette di essere sempre al riparo dal tedio.
Nel 2002 hai pubblicato un libro, 'Liaison', nel quale, anziché passare da un genere all'altro, hai scelto di comporre un’ opera che fosse un misto fra prosa e poesia. Tale commistione di generi sembrerebbe il frutto di un interessante esperimento letterario. Come hai deciso di intraprendere tale avventura?
Con molta curiosità… e con molto divertimento.
Il tuo ultimo libro 'Svenimenti a distanza' ha un titolo piuttosto suggestivo. Evoca qualcosa di particolare? Di cosa tratta l'opera nella fattispecie?
Si tratta di una specie di diario psicanalitico. Il libro parla, schizofrenicamente, in due lingue, la prosa e la poesia, muovendosi, con una certa inquietudine, tra la concretezza del vissuto e l’astrazione della pura dimensione immaginale.
Cosa consiglieresti ad un autore emergente che vuole farsi largo nel mondo letterario italiano?
Leggere con assiduità e lavorare sempre, instancabilmente, sulla propria scrittura.
Hai avuto una carriera letteraria piuttosto intensa: poeta, scrittore, giornalista, critico letterario e traduttore. Puoi ritenerti soddisfatto delle tue esperienze in tale ambito oppure vi sono altri luoghi inesplorati ai quali vorresti approdare?
Le strade della ricerca sono sempre nuove ed entusiasmanti. Negli ultimi due anni ho imparato a esercitare sempre di più l’arte dell’etimologia, a studiare i sessantaquattro esagrammi dell’I Ching e a tradurre il teatro di Seneca. E ho ancora un’infinità di testi e di partiture da scoprire... Meglio vivere studiando che morire di noia, no?
Marianna Visconti
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