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Le interviste di Lego et Cogito: Enrico Scebba
Ciao Enrico presentati alla nostra community e parlaci un po' di te.
Ciao Marianna e un saluto a tutta la community del blog Lego et cogito. Ho 30 anni e abito a Bagheria (PA) da quando ne avevo 7, già dall’età di 18 anni e al termine degli studi conseguiti in ambito tecnico elettronico, mi sono appassionato a due cose ben distinte tra loro: l’informatica e la scrittura. La lettura intanto era già una mia passione dai primissimi anni dell’adolescenza, mentre la passione per l’informatica mi ha permesso di trovare i primi lavori, anche in ambiti affini ad essa, nello sviluppo di siti web e nella programmazione informatica. Un’altra mia passione che però ho abbandonato da un po’ di tempo è quella per le arti marziali intesa sia come difesa personale, ma anche come filosofia utile ad affrontare le difficoltà della vita.
Quando è nato in te l'amore per la scrittura?
L’amore per la scrittura presumo che sia nato come evoluzione della mia passione per la lettura. Forse è sempre stato qualcosa di innato in me, trasmesso da mia madre che è un’autrice di poesie che però non ha mai pubblicato. Inoltre mi è sempre piaciuta l’idea di inventare a mia volta ambientazioni, scenari, personaggi e situazioni in modo che si intreccino per definire una trama. Così ho iniziato a scrivere a 18 anni un romanzo che non mi è piaciuto, rileggendolo a distanza di anni mi è parso troppo acerbo e quindi non ho provveduto a pubblicarlo. Evidentemente avevo letto troppo poco rispetto a oggi che ne ho ben 30 di anni, età in cui mi sono sentito pronto per scrivere e pubblicare il mio primo romanzo d’esordio “Sul viale delle ombre – La lacrima del principe”.
C'è un autore al quale ti ispiri particolarmente?
Non direi di avere un autore a cui mi ispiro in maniera particolare, sicuramente però il mio stile di scrittura è stato influenzato dalle letture degli scritti di J.K. Rowling e di Dan Brown. Diversi scritti però hanno ispirato il mio romanzo definendone i contorni, per esempio l’ambientazione ricorda un po’ quella di Dracula, mentre alcuni personaggi ricalcano caratteristiche già presenti in letteratura come Frankenstein e il Fantasma dell’opera. La mia fantasia prende spunto un po’ da tutto, sia da personaggi reali che da scene cinematografiche.
Parlaci un po' del tuo libro: "Sul viale delle ombre - la lacrima del principe".
"Sul viale delle ombre - La lacrima del principe" è ambientato a Bagheria (Baghville), all'interno di Villa Palagonia (Phalagon nel romanzo). Come mai hai scelto di incentrare il tuo romanzo lì?
Nel tuo romanzo si cela un fitto mistero dietro la famiglia Groove, nonché i principi della Villa Phalagon. Ti va di parlarci delle dinamiche di tali personaggi all'interno della storia?
Si certo, ho già parlato dei principi Gravina (dinastia Groove nel romanzo), di cui mi limito soltanto a una dettagliata presentazione. Essendo ambientato agli inizi del ‘900, la famiglia Groove che abita Villa Phalagon è direttamente discendente degli antichi principi. Non sono loro i protagonisti, ma il medico Steven West e la sorella Katie che saranno ospitati nell’antica villa allo scopo di trovare una cura per il capo famiglia Sebastian Groove, la moglie Margaret e i figli sono molto preoccupati e sono disposti a tutto pur di riuscire a curarlo. Tra i figli spicca John che ha preso le redini e la gestione della villa e di cui Katie si innamora perdutamente. Ma un mistero aleggia intorno alla villa e alle sculture di pietra, estendendosi per il paese di Baghville. La famiglia Groove è malvista dagli abitanti del paese dove sorge Villa Phalagon e Steven sarà costretto a indagare insieme all’ispettore del piccolo borgo per scoprire cosa c’è dietro alla maledizione che attanaglia gli abitanti di Baghville.
"Sul viale delle ombre - La lacrima del principe" è un romanzo autoconclusivo o è il primo tassello di una saga?
Questo mio primo romanzo fa parte di una trilogia, ma si può leggere anche come un romanzo autoconclusivo considerando che il cerchio si chiude su eventi già presenti nel primo volume. Rimangono però delle piccole situazioni irrisolte che aprono a qualcosa di più grande e che non riguarda soltanto Villa Phalagon, ma anche altre ville presenti realmente nel territorio di Bagheria.
A chi ne consiglieresti la lettura?
Consiglio la lettura del mio libro a tutte le fasce d’età, anche a chi non ha dimestichezza con la lettura perché, a detta di molti, questo mio romanzo è scritto in maniera fluida. Potrei sconsigliarlo soltanto a chi è facilmente impressionabile, non ritengo che nel mio romanzo vi siano descrizioni pesanti da digerire, ma semplicemente un po’ di suspense e di tensione che in questo genere di libro si dimostra la componente chiave che è in grado di tenere il lettore incollato alle pagine.
Hai progetti per il futuro?
Come già detto, questo mio primo romanzo è il primo di una trilogia, nonostante sia autoconclusivo, quindi al momento sono impegnato nella scrittura del secondo volume “Sul viale delle ombre – I tesori del Negromante” e nella scrittura di un romanzo spin-off collegato alla trilogia dal titolo “La Paziente 99”. Quest’ultimo progetto tratta alcuni personaggi già visti nella trilogia “Sul viale delle ombre” e si muove in una direzione molto simile, viene abbandonato però il paese di Baghville e la trama si svolge all’interno di un manicomio in cui viene rinchiusa la protagonista, che nella trilogia risulta essere un personaggio minore.
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