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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

La tua presenza è come una città di Ruska Jorjoliani



Casa editrice: Corrimano Edizioni
Collana: Sedicigiugno
Anno di pubblicazione: 2015
Copertina flessibile: 169 pagine

Trama 


Il romanzo è ambientato a Miroslav in Russia, durante il regime sovietico, e narra le vicende di una saga familiare, che vive la sfera dei propri affetti declinanti in un contesto politico-culturale che intrinsecamente ne manipola le dinamiche. La voce narrante del romanzo è quella di Saša, un piccolo bibliotecario di provincia, che ricostruisce la storia della propria famiglia e del suo rapporto con l'amico Kirill. I loro genitori, amici d'infanzia, nonostante il profondo legame divergono, però, a proposito dell'adesione alla causa sovietica: l'ingegnere Viktor, padre di Saša, crede nella rivoluzione, il professore Dimitri, invece, vi si oppone. 

Il malcontento di Dimitri diventa talmente incontenibile che un giorno, dopo aver discusso con Viktor, entra nella sua classe e, innanzi agli occhi increduli degli alunni, defenestra il ritratto di Lenin. Tale atto di ribellione gli costa l'arresto e la deportazione in Siberia, in seguito anche all'interrogatorio ove Viktor ammette che egli non ha mai creduto nella causa socialista. 

In seguito all'arresto dell'amico, Viktor accoglie in casa sua la moglie e il figlio di Dimitri. Così Saša e Kirill crescono insieme come fratelli. Una volta cresciuto anche Kirill, come il padre, viene arrestato e deportato in Siberia; di lui si avranno notizie attraverso delle lettere che gli scriverà lo stesso Saša.

Perché ne consiglio la lettura?

Vorrei esordire in maniera distaccata e impersonale, ma purtroppo non ce la faccio proprio! Personalmente ho adorato questo romanzo e penso che sia uno dei libri più belli che abbia mai letto (e di libri ne ho letti davvero tanti). 'La tua presenza è come una città' mi ha stupito e affascinato sia da un punto di vista stilistico che nella trama in sé e per sé, offrendomi tanti spunti di riflessione e commuovendomi. 

Un consiglio che vorrei dare a chi dovesse leggerne il testo è quello di dedicarvisi completamente, poiché è un libro che necessita di particolare attenzione, per cui non va letto distrattamente fra una pausa e l'altra da lavoro, dallo studio o da qualsiasi altra attività voi pratichiate. Infatti, come detto poc'anzi, la voce narrante è quella di Saša, il cui racconto, però, non si svolge in maniera lineare bensì è come se offrisse al lettore le tessere di un puzzle cui spetta il compito di composizione e di ricostruzione vera e propria. Il narratore, inoltre, nel corso della trattazione ci offre lettere, documenti, fiabe, immagini e punti di vista di terze persone che arricchiscono ulteriormente romanzo. Dal mio punto di vista una simile costruzione della trama, lungi dal confondere e disorientare chi lo legge, rende partecipe il lettore della composizione dell'opera medesima, al punto che egli stesso può sperimentare sulla propria pelle la sensazione che prova uno scrittore durante la stesura del proprio libro. Tale compartecipazione e, in certo senso, interazione fra lettore e scrittore è una delle cose che più mi ha mandato in estasi durante la lettura del romanzo. 

Un altro punto su cui vorrei dilungarmi riguarda la critica al totalitarismo e alla sua incompatibilità con la cultura, che emerge a più riprese nel corso della narrazione del romanzo, palesandosi maggiormente quando Dimitri defenestra il ritratto di Lenin: 

Si pulì il naso con un fazzoletto ed entrò in classe. C'era un gran baccano. Dimitri con un grido cercò di sovrastare le voci dei ragazzi, che si zittirono subito e si rimisero più o meno composti. Quindi li osservò, in silenzio, e le loro facce in quel momento gli sembrarono insignificanti. Poi fissò un punto indefinito davanti a sé, e  a un tratto, come se si fosse ricordato qualcosa, a passi veloci attraversò l'aula e andò alla parete dedicata alla grande e gloriosa letteratura russa. Si fermò sotto il ritratto di Lenin, appeso fra quello di Turgenev e quello di Čekhov, i suoi due scrittori preferiti, e stette lì a squadrarlo per un minuto buono: pensò che aveva qualcosa di un bambino, smarrito in mezzo a quei due anziani barbuti. Afferrò allora la sedia più vicina, la trascinò e l'addossò alla parete; vi salì e sganciò il ritratto dal chiodo. Si staccò qualche briciola di intonaco e gli si depositò sulle punte delle scarpe. Scese, andò alla finestra e l'aprì. Entrò un vento freddo che sfrigolò a contatto con il suo viso ribollente di sangue. I ragazzi seguivano attenti ogni suo gesto. Introdusse quindi il braccio nell'apertura, e con una spinta maldestra fece volare l'immagine di Lenin. Poi richiuse la finestra. - Non ho mai capito cosa ci facesse in mezzo ai grandi scrittori- disse, voltandosi, ai ragazzi che lo fissavano stupiti. 
Lo straziante dilemma fra l'aderire e il disertare trova una facile soluzione nell'animo dello sventurato insegnante di letteratura che tanto amava recitare i versi di Puskin, preferendo, con un semplice seppur goffo gesto, non sottostare alle dinamiche dettate dall'imposizione del pensiero unico che il regime totalitario comportava, mancando volutamente di rispetto al padre fondatore del partito. La deposizione di Viktor alla polizia sovietica verrà vissuto dallo stesso come un atto di tradimento, del quale non riuscirà mai a perdonarsi. In questo contesto non vi sono né buoni né cattivi, ma semplicemente uomini che vivono la loro esistenza in un clima sociale e politico tale che ne altera il modo di sentire e vivere gli affetti, i quali nella loro umanità scelgono quale causa non tradire, con tutto il dolore e il sacrificio che tali scelte possono comportare. In un continuo ritorno dei destini familiari la stessa sorte di Dimitri toccherà al figlio Kirill. 

Vorrei dilungarmi ulteriormente nella descrizione dei personaggi, approfondendone l'aspetto emotivo e psicologico, ma, per non svelarvi troppo sulla trama e sul finale, preferisco terminare qui la mia recensione. Spero che sia riuscita ad incuriosirvi e che decidiate di leggere al più presto 'La tua presenza è come una città', poiché è un romanzo davvero interessante sotto molti punti di vista.

Marianna Visconti

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