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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Le interviste di Lego et Cogito


Cari lettori,
Benvenuti al secondo appuntamento con 'Le interviste di Lego et Cogito'; oggi, qui con noi, ci sarà Debora Cappa, una giovane poetessa di Pescara che ha alle spalle più di dieci pubblicazioni, oltre ad aver partecipato a numerosi concorsi letterari, ricevendo vari premi e menzioni speciali. In questa intervista, Debora ci spiegherà cosa rappresenta per lei la poesia, parlandoci della propria produzione poetica e dei suoi progetti futuri. 

Come e perché ti sei avvicinata al mondo della poesia?

Scrivere per me è sempre stato un bisogno ancestrale, che mi ha condotta ad esplorare le potenzialità racchiuse nell'uso della parola poetica. Esso si è manifestato fin dalla più tenera età come incanto per racconti sia reali sia fantastici. Avvicinarsi dunque alla lettura è stata una conseguenza naturale, rafforzata dagli studi classici, che hanno incentivato la mia passione per la letteratura greca e latina, italiana e straniera nonché per il gusto del “bello” e dell’arte in genere. 
Alla poesia mi sono dedicata perché ho sentito il bisogno di intraprendere un percorso introspettivo, che mi permettesse di approfondire la conoscenza di me stessa, quindi degli altri e di ciò che ci circonda. Scrivere versi, a mio avviso, è come tentare di fermare in quell'attimo l’indefinito che fa brillare d’eterno il finito e lambire così il ponte dell'irraggiungibile.

C’è un poeta che ami particolarmente?

Nella mia libreria trovano sempre posto autori e specie poeti che per svariati motivi ammiro. Sono attratta in particolare dai poemi epici di Omero, dalle tragedie di Eschilo, Sofocle ed Euripide, dalla poesia virgiliana, dai Carmina di Catullo, dall'elegia di Ovidio, dai sonetti di Dante e del Petrarca, dalle odi del Foscolo, dagli scritti poetici del Leopardi. Non escludo di certo il romanzo storico I Promessi Sposi del Manzoni, la cui prosa, in molti passi, è poesia vera e propria, le novelle ed i romanzi del Verga, le liriche dannunziane, i testi di Pirandello ed ancora tante altre opere italiane e della letteratura francese come quelle di Dumas padre e figlio,Victor Hugo, Émile Zola, Edmond Rostand, inglese in particolare quelle di William Shakespeare, George Byron, Mary Shelley, Jane Austen, Emily Bronte e Emily Dickinson, russa come i capolavori di Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj e Anton Čechov.

Da chi o cosa trai ispirazione per scrivere le tue poesie?

Prendo ispirazione da tutto ciò che colpisce la mia sfera emotiva, ancor più se induce all'introspezione e diventa potenziale spunto per le mie composizioni poetiche. Non posso tuttavia negare ci sia qualcosa di autobiografico, dal momento che considero la scrittura un potente mezzo analitico per conoscere gli angoli più reconditi di se stessi. La mia connaturata propensione per l’arte inoltre mi porta da sempre ad estendere preferenze e curiosità anche ad altri campi, quali quello della musica, della pittura, del teatro, del cinema, della danza e della fotografia. La mia poetica è molto personale, nasce dal desiderio di esprimere la mia essenza, dalla necessità di interagire e di comunicare liberamente. Ho sempre cercato di non ispirarmi a nessuno, considerando inarrivabili sotto vari aspetti gli autori che ammiro.  La critica tuttavia, con mio grande orgoglio, ha rilevato nella mia poetica paralleli con Pindaro, Saba, Ungaretti, Montale, Calvino. Mi ha definita quasi una pittrice impressionista non solo per le descrizioni paesaggistiche multiformi e variegate, ma soprattutto per gli imperscrutabili e mutevoli moti interiori dell’animo umano minuziosamente descritti.


Parlaci un po' della tua opera prima, “Il carnevale della vita”…

La mia opera prima “Il Carnevale della Vita” è nata, al pari delle successive, edite ed ancora inedite, dalla voglia di comunicare, di interagire, dal bisogno di esprimere liberamente la propria essenza. Ritengo infatti che approfondire spirituali complessità, evitando di cadere in facili sentimentalismi, possa coadiuvare nel superare le fragilità dell’anima e nel rafforzare la solidità fisica dell’umanità personale a livello globale. E' l'opera a cui mi sento più legata, sia perché è la prima sia perché in essa tratto alcune delle tematiche a me care, come il vago presagire dell’irrefrenabilità del tempo, la strenua difesa della libertà personale e di pensiero, questioni di solidarietà sociale. E' basata sulla ricerca del senso dell’esistenza, oltre l’illusione della conoscenza ordinaria del vivere quotidiano. Il mio intento è quindi quello di esortare ad andare al di là delle apparenze di una realtà spesso fittizia, in cui le persone sono quasi attori, che indossano maschere per celare sia i buoni sia i cattivi sentimenti, molto spesso temendo di non essere accettate così come sono veramente. Per la copertina poi ho optato per una scelta volutamente non didascalica rispetto al titolo. Il dipinto, realizzato con colori acrilici da mia sorella Sara, mira appunto a mettere in risalto l’insito collegamento tra la prima sezione e la seconda “A briglia sciolta”, in quanto evidenzia l’intervento dell’uomo sulla natura. Ne sono particolarmente fiera anche perché questa nutrita antologia poetica, di cui critici e lettori disquisiscono piacevolmente tuttora, è stata premiata con un secondo posto assoluto in un concorso nazionale per libri editi e con alcune menzioni d’onore, pur essendo il mio primo tentativo di scrittura. L’orgoglio è stato dunque anche quello di riportare una piccola vittoria sulla mia indole, che ne è uscita rafforzata, visto che sono stata capace così di infrangere l’abitudine di custodire i miei scritti gelosamente senza condividerli con nessuno.

Tu hai scritto anche altre raccolte poetiche, parlaci brevemente di ognuna di esse…


“Amore, l’incompiuto” è una raccolta di quaranta componimenti poetici incentrati sull’Amore, inteso come un’entità universale in continuo divenire.


“L’Anima e il Mare” è costituita da trentacinque scritti lirici, che si basano su una personale visione della spiritualità, cui la natura assurge a cornice e consolatrice.

“Il Corpo e la Terra” consta anch'essa di trentacinque poesie, che si fondano su una concezione fisica e realistica, circa vari aspetti del comportamento umano. 

Questi ultimi due libri sono complementari e dicotomici nonché contrapposti tra loro.


“I Sentieri della Mente”, silloge di trenta liriche, riguarda i percorsi consci ed inconsci, liberi e coatti, presenti, passati e futuri, tracciati dai meandri imperscrutabili del pensiero.


“Intime Evoluzioni” è composta da trenta componimenti lirici. Concerne le trasformazioni che la sensibilità, rimanendo in equilibrio tra i molteplici ostacoli dai quali è ferita, attraversa senza cadere nel più facile cinismo.


“Sembianze dei Silenzi”, consta di trenta poesie, in cui, quasi in una voluttuosa danza, s’alternano instancabilmente tracce di luminosa felicità a schegge di malinconica tristezza, frammenti di vita che via via prendono corpo.


“Petali di Speranze”, composta da trenta liriche, di cui l’immagine di copertina anticipa il contenuto quasi in una sorta di preludio: “Spes ultima dea est et omnium rerum pretiosissima, quia sine Spe homines vivere nequeunt”.


“Rosa d’ Asfalto” in cui metafore e similitudini costellano le trenta poesie che la compongono, quasi trapuntando punti luce arabescati nel buio ingordo del vivere.

"Specchio", di trenta componimenti poetici, che si configura come avventuroso viaggio di memorie, esperienze e formazione proteso, prepotentemente verso l'infinitesimale.

Qual è, fra quelle che hai scritto, la tua poesia preferita?

Non c’è una poesia in particolare a cui mi senta emotivamente legata in assoluto.  Le mie preferenze variano di volta in volta, in base ai periodi, agli umori, agli stati 
d’ animo… Al momento, potrei tuttavia menzionare “Sfiorar l’Anima“ e “Pensieri”, incluse nella mia opera prima “Il Carnevale della Vita”. In un periodo storico in cui precarietà e mercificazione imperano su tutto, perfino sui sentimenti, vorrei potesse essere salvaguardato ciò che in essi c’è di divino e di eterno, per non farci condurre all'autodistruzione globale. 

Sfiorar l’Anima

La luna
appoggia
il suo profilo
d’accecante purezza,
sul mantello
blu notte,
che l’avvolge
in un abbraccio
di protezione
infinita,
eterno
come solo
sa essere
il sogno dell’ Amore,
quando sfiora
due anime
elette.

L’imperare oggi di leggi ciniche ed asettiche rende rischioso pensare e dunque rivelare una personalità nell'era dell’apparire e dell’apparenza. Il poeta quindi potrà essere ascoltato e capito, magari anche apprezzato, ma solo da chi avrà la tenacia e la voglia di non farsi limitare, nel senso più ampio del termine.

Pensieri

Quale maschera,
dimmi,
ora vuoi che indossi?
Quella del compiacimento,
della gioia
o del dolore?
Magari del rancore?
Eppur non sono un attore!
Muovi, a tuo piacimento, tra le dita,
con soddisfazione infinita,
i fili d’un burattino
costretto a far la riverenza,
segno che lusinga
la tua potenza.
Ma
dei miei pensier
non potrai mai coglier
il profumo della
libera essenza.

Come definiresti lo stile delle tue poesie con tre aggettivi?

A detta dei  critici il  mio  stile  è asciutto,  fluido ed  incisivo,  ha ritmo  serrato, sincopato,  verso libero  e talvolta  molto  spezzato, poi,  tra parole  semplici  ed intense,  raggiunge  toni  lievi, quasi  sussurrati in punta  di  penna, privilegiando  freschezza e musicalità.  Cerco tramite   l’essenzialità   e  la coerenza  della   forma  stilistica,   corredata  da  simboli, allegorie,   ossimori,   dalla   forza  icastica   di   immagini   nitide   ed  immediate,   attraverso  flash   e barlumi,  di  avvicinare  il più  possibile  il lettore,  senza una ricerca  ossessiva  della  parola. Attraverso le prefazioni alle mie dieci raccolte edite si possono seguire passo passo la questione inerente le scelte stilistiche, le ambientazioni spaziotemporali, le tematiche e le prospettive. Scorrendo i versi pubblicati e quelli che costituiscono le numerose e nutrite raccolte al momento ancora inedite, riscontro evoluzioni costanti dirette ad avvicinare concettualmente ed emotivamente senza far annaspare in intrichi ridondanti di parole, magari sfoggiate, ricercate in modo spesso vuoto.

Hai mai pensato di scrivere un romanzo?

Per ora preferisco continuare a cimentarmi con il mio genere preferito, anche se mi propongo di scrivere un romanzo in futuro. La poesia per me è dotata di una particolare immediatezza, perché in pochi versi può racchiudere significati profondi e variegati. Ritengo inoltre che, in un mondo così globalizzato e stereotipato, in cui l’interiorità è quasi una zavorra, possa svolgere una funzione etica, restituendo la giusta dignità alle nostre esistenze. La società odierna infatti superficiale, frivola, distratta da mille fatui interessi, ci ha fatto assuefare al culto dell’apparenza, all'ostentazione dell’esteriorità, alla ricerca della fama immediata, alla mortificazione dell’essenza in nome di una mercificazione totalizzante, una sorta di consumismo, che investe perfino i sentimenti e sembra favorire un livellamento culturale, un’ atrofia del pensiero. Scrivere liriche per di più è talvolta pura evasione, rifugio all'incomunicabilità, che attanaglia le nostre vite, visto che la solitudine, a mio avviso, è il male del secolo;  è strumento efficace per intraprendere la conoscenza di se stessi, quindi degli altri e di ciò che ci circonda, attraverso la consapevolezza acquisita del vivere.

Hai vinto tanti premi letterari, raccontaci le emozioni che hai provato la prima volta che è successo?

Stupore, soddisfazione ed orgoglio sono state le emozioni provate in particolare la prima volta che ho vinto. Considerando la mia indole riservata, schiva, modesta non avrei potuto immaginare di essere scelta tra tanti e di veder apprezzato il mio lavoro, tanto più che ero agli inizi del percorso letterario.

Parlaci dei tuoi progetti futuri… 

Ho in mente di far pubblicare qualche silloge tra le mie numerose raccolte ancora inedite e di divulgare le mie opere anche attraverso forme di collaborazioni artistiche con professionisti di altri settori, come già avvenuto in passato. Ritengo infatti che la commistione e la contaminazione delle arti sia il mezzo ideale per valorizzare talento e creatività di ciascuno, arricchendo inoltre l’effetto comunicativo ed emozionale nei confronti degli astanti affinché tutti possano beneficiarne al meglio.
Le nuove pubblicazioni in uscita tra maggio e giugno sono le seguenti: “Fili d’Oro”(Cavinato Editore International), mia undicesima raccolta, pure in ebook, in cui, attraverso le trenta liriche, che la compongono, provo a dipingere, con versi icastici e toni volti all’eleganza, l’eterno dissidio tra la finitezza della condizione umana e la sua brama d’eternità. “Nuda”(Luoghi interiori Edizioni), mia dodicesima raccolta di trenta poesie, conduce alle essenze, scavando tra ricordi, perfino d’infanzia, sogni, aspettative e desideri. Così dunque, priva di artificiosi ornamenti, resta fragile dinanzi al senso che li collega tra loro, proteso però in vista di malinconiche speranze.


Spero che l'opera di Debora Cappa vi abbia incuriosito e che l'intervista sia stata di vostro gradimento. La prossima settimana 'Le interviste di Lego et Cogito' ospiterà un giovane scrittore palermitano: Gaetano Nestor Ania. Vi consiglio di non perdervi la sua intervista. Alla prossima e grazie per essere stati qui con noi.

Marianna Visconti

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