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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Le interviste di Lego et Cogito



Cari lettori, 
benvenuti al quarto appuntamento de 'Le interviste di Lego et Cogito'. L'ospite della settimana è Aldo Parisi, autore de 'La trilogia dei Vampiri' e del saggio 'Sogno dunque sono', il quale ci parlerà di sé, della sua passione per la scrittura e dei suoi progetti futuri. 

Ciao Aldo, presentati alla nostra community e parlarci un po’ di te.

Ciao a te, Marianna, e a tutti i lettori di Lego et Cogito. Presentarsi, per me, non è mai facile perché, per indole e professione, tendo ad essere una persona riservata. Scrivo da più di trenta anni tuttavia soltanto a partire dal 2015 ho deciso di provare a rendere pubblica la mia Passione, prima cimentandomi in concorsi letterari e, successivamente, con una voluta auto-pubblicazione di alcune mie opere, nonostante abbia ricevuto alcune proposte editoriali. Ringrazio la vita per un lavoro in linea con i miei studi e del quale apprezzo tutti i pro e i contro. Al di là di tutto ciò ho sempre avuto un forte impulso, non so dire se per semplice curiosità o sete di conoscenza, che mi porta a studiare la storia e la geopolitica alle quali alterno hobby più pratici come il giardinaggio e le passeggiate sul mare.

Hai scritto più di sette libri, alcuni dei quali pubblicati, per scelta, esclusivamente in self-publishing. Perché?

Perché, nel caso la Passione divenisse altro, non voglio essere legato a quel genere di letteratura. Lo so, sembra folle, ma sento di essere portato a una letteratura di impegno sociale. A parte il saggio, il quale ha una storia a parte, i libri pubblicati riguardano una trilogia con protagonisti uomini e vampiri, iniziata a scrivere a partire dalla fine degli anni 90 e conclusasi un paio di anni fa. Questa Trilogia dei Vampiri, come la chiamo io, l'ho concepita perché volevo descrivere la società moderna, anche in chiave politica. La saga rappresenta la mia personale visione di dove questo mondo può andare se concepito sul relativismo e sull'auto-determinismo. Di contro, i miei successivi tre romanzi parlano di altre tematiche come la disabilità, la resilienza e la depressione, tematiche per cui credo di potere fornire un seppure misero contributo.


Hai scritto romanzi prevalentemente di genere fantasy/horror, però hai anche pubblicato un saggio dal titolo ‘Sogno dunque sono’. Come mai hai scelto di cimentarti nella saggistica? Che differenza c’è stata per te fra scrivere un saggio e comporre un romanzo?

La differenza è abissale e devo dire tuttavia che, per studi svolti, è stato più agevole impostare il saggio, anche se, per diversi motivi, ho poi dovuto concentrarlo nei contenuti. La storia del saggio è particolare: sono sempre stato affascinato dai sogni e sono un assiduo frequentatore del blog di interpretazione dei sogni In Vita Veritas (https://invitaveritas.altervista.org/). Dialogando a distanza con l'interprete, Camilla, con cui poi ho collaborato, mi chiese di mandarle in anteprima uno dei miei romanzi, “Solo con i tuoi occhi”. Camilla rimase affascinata dalla mia scrittura, così mi propose di scrivere per lei un saggio sui sogni, così è nato “Sogno dunque sono”. Tornando alla differenza tra saggio e romanzo: nel saggio è fondamentale la conoscenza della materia, studiare, approfondire la tematica poi, in secondo luogo, è necessario mettere ordine nelle idee ed esporre una tesi, proprio come avviene con l'ultima prova di un corso universitario; nel romanzo, invece, ci vuole ancora più studio, sulla storia da narrare, sullo stile, sull'ambiente, sui personaggi, sul cliffhanger e su tante altre cose. E' un lavoro pieno, di concentrazione, di fili più o meno visibili che devono incrociarsi lungo la trama, senza lasciare nulla al caso, e che, anche soltanto nella fase programmatica, porta via molto più tempo di un saggio.


La tua prima opera, ‘La Nuova Era’, oltre che ad essere di genere fantasy/horror, sembra assumere le sfumature di un romanzo distopico. Questa considerazione corrisponde al reale?

Decisamente sì. Di fatto considero questo libro un fantapolitico, oltre che un fantasy/horror. La Nuova Era è infatti il primo libro della Trilogia dei Vampiri e rappresenta il rivelarsi dell'inganno in cui la società moderna ha gettato il mondo intero. Dietro l'immagine di una realtà perfetta e organizzata, il potere è in mano a uomini e vampiri, senza che il popolo comune ne sia a conoscenza. La storia fa da sfondo alla mia personale critica verso il mondo moderno, nel quale i valori umani vengono smaterializzati in nome del relativismo e dell'interesse personale. E' una società che tende ad abbrutire gli animi e le coscienze e dove la diversità, di ogni ordine e grado, materiale o di pensiero, non è più vista come confronto o come valore aggiunto ma come nemico. Il protagonista, un giovane Simone Allegretti, si trova di fronte a una realtà a cui non era preparato: per puro caso scopre che un suo caro amico è divenuto un vampiro e, dietro sua richiesta, porrà fine alla sua esistenza. Una volta scoperto l'omicidio da parte del Maestro dell'amico, anziché essere ucciso, Simone viene introdotto in una società occulta, frutto di un patto ad alto livello tra uomini e vampiri e ne diverrà custode, nel perenne dilemma di chi sia vera preda e chi sia vero predatore. Nel corso del primo romanzo della saga arriverà a ricoprire il ruolo di deputato della Repubblica nelle file dei vampiri e, tra attentati, giochi politici e un nuovo concetto di realtà, l'onorevole Allegretti dovrà combattere contro un'ombra che minaccia l'intera umanità: la depravazione e la degenerazione del potere, fino alle estreme conseguenze, per tutti.


Ti sei ispirato a qualcuno per delineare le caratteristiche del personaggio di Simone Allegretti? Se sì, a chi?

In realtà il protagonista ha fonti differenti di ispirazione. Gran parte delle caratteristiche di Simone sono da rapportarsi alla figura del dottor Robert Morgan, il personaggio principale di un vecchio e quasi sconosciuto film italiano, “L'ultimo uomo della terra” del 1964, a suo volta adattato dal romanzo “Io sono leggenda” di Richard Matheson e, di questi, quasi fedele riproduzione. L'altra parte delle caratteristiche di Simone sono da rinvenirsi in ciascuno di noi, nel nostro modo di essere uomini, tra valori e disvalori. Molti miei lettori mi domandano se Simone sia anche una parte di me: in realtà qualcosa c'è, poco dal punto di vista umano, molto nelle mie personali esperienze, vissute e, in alcuni casi, narrate nel corso della trilogia (ad esempio la vicinanza al potere politico, le descrizioni dei luoghi di potere come la Camera dei Deputati e molto altro).


‘I Cavalieri dell’Apocalisse’ e ‘Sumus Tenebris Solem’ rappresentano i sequel de ‘La Nuova Era’. Nel corso di tali romanzi il personaggio di Simone Allegretti subisce delle evoluzioni caratteriali e morali? Se si, quali?

La Trilogia corre lungo binari ben definiti. Nel primo libro, “La Nuova Era”, il protagonista è molto giovane, si trova caricato di una responsabilità pesante, di segreti che non devono essere svelati, pena la morte. Simone crescerà come uomo e come persona, imparerà a comprendere che l'uomo è il peggiore vampiro e il vampiro è il peggiore predatore. Arriverà al culmine del potere politico, che dividerà con altri due personaggi, a formare un triumvirato di romana memoria, fino a quando una setta vampira rivolterà ogni ordine fino all'annientamento totale dell'umanità. Nel secondo libro, “I Cavalieri dell'Apocalisse”, Simone, dilaniato dalle proprie responsabilità, si troverà in un mondo post apocalittico, nello strenuo tentativo di salvare la propria famiglia, gli amici e tutti coloro che, nonostante tutto, crederanno in lui. Nell'ultimo libro della Trilogia, “Sumus Tenebris Solem”, rimasto solo a lottare contro orde di vampiri nella città eterna, Simone dovrà ritrovare ciò che realmente conta per lui, la famiglia. In tutta la Trilogia dunque Simone passerà da ragazzo a uomo, da politico affamato di potere a responsabile dell'Apocalisse vampira, tenterà di espiare le proprie colpe, lotterà per la salvezza dei superstiti arrivando a concentrare su di sé l'ira della setta vampira, fino al conclusivo romanzo in cui sarà svelato tutto ciò che la società moderna ha realmente costruito intorno agli uomini.

I Vampiri rappresentano una costante nell’intera trilogia. La loro presenza simboleggia qualcosa di particolare?

I Vampiri nella Trilogia siamo noi, esseri umani, sono le nostre ideologie, i nostri interessi, il nostro estremo relativismo che fagocitano, sopprimono, succhiano via ogni nostra umanità. I Vampiri dei romanzi rappresentano un pensiero unico sotto forma di virus, devastante per coloro che ne vengano infettati fisicamente e moralmente, che porta l'odio verso il prossimo, l'abuso verso i più deboli, che desidera il denaro e la sete di potere, ma anche l'autoconservazione, la sopravvivenza a ogni costo. Nell'ultimo libro il lettore arriverà persino a comprendere e a dare loro ragione delle scelte devastanti da essi compiute, perché nell'uomo esiste ed esisterà sempre l'innato fascino per il Male.
Giustamente tu parli di simbolismo e tocchi un tema principe dei miei libri. Ogni ambiente, ogni scena nel libro non è un caso, soprattutto nei capitoli finali di ognuno di essi. Così il teatro alla fine del primo romanzo, il cimitero al termine del secondo e il Pantheon nel romanzo conclusivo rappresentano ciascuno un simbolo: sono il mondo, la sua realtà fittizia, una prigione da cui mentalmente è difficile uscire (il teatro), è la fine di tutto o un nuovo inizio, un nuovo pensiero, una nuova dimensione, una nuova umanità (il cimitero), è il ricongiungersi con i valori del Tutto, sia dal punto di vista umano che trascendentale, con una forte componente religiosa (il Pantheon).
Non pensiate tuttavia che i tre romanzi siano introspettivi, anzi, c'è molta azione, molti cliffhanger e colpi di scena in ogni capitolo. Mi dicono che la lettura sia stata per i miei lettori, soprattutto del Sud Italia, molto scorrevole e ciò mi rallegra.

Oltre a questi libri, hai scritto altri testi non ancora pubblicati, come ‘Benvenuti nella giungla’, ‘Occhio a Pinocchio’ e ‘Solo con i tuoi occhi’. Perché ancora non li hai pubblicati? Pensi di farlo prima o poi?

“Benvenuti nella giungla” è una raccolta di racconti horror, ormai datato primi anni 90, e rimarrà nel cassetto per scelta personale. “Occhio a Pinocchio” è stato un componimento per diletto che ho dedicato alla mia città di adozione, Pistoia: rappresenta una parodia in chiave moderna del Pinocchio di Collodi e, anche in questo caso, lo terrò solo per me. Se con la Trilogia dei Vampiri ho raggiunto successi importanti e inaspettati, tra cui un premio della giuria e il miglior incipit con “Sumus Tenebris Solem”, il romanzo breve “Solo con i tuoi occhi” è il libro che mi ha dato più soddisfazioni in fatto di premi, sia per la tematica della disabilità (nel caso di specie la cecità) che per il modo di narrare in soggettiva, con l'uso delle descrizioni attraverso i quattro sensi, escludendo quindi la vista. Mi auguro sia pubblicato entro l'estate o al più tardi questo autunno. Questa è la trama: divenuto cieco a seguito di un terribile incidente in barca nel quale ha perso moglie e figlia, un pescatore sa che niente potrà essere come prima. Incontrerà una immobiliarista e nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre. “Solo con i tuoi occhi” è la storia di un incontro fra una donna che ha perso la speranza dell'amore e un uomo che vive, per necessità, di ricordi. Due persone con un passato differente che impareranno a conoscere nuovamente la vita e l'amore, insegnando l'uno all'altra a rimettersi in gioco.

Hai partecipato a vari concorsi letterari. Pensi che ognuno di essi abbia dato un valore aggiunto alla tua carriera? Se si, quale?

A dire la verità non ho partecipato a molti concorsi. Per la Trilogia dei Vampiri, un concorso per ogni romanzo (tutti premiati), per “Solo con i tuoi occhi” un paio di concorsi (in entrambi i casi premiato). Quest'anno ho partecipato al Premio Calvino con un romanzo da cui mi aspettavo molto, purtroppo non è andata come speravo. Non sempre si può vincere e, anzi, la battuta d'arresto mi ha fatto comprendere una cosa: dai fallimenti arriva sempre una bella e ghiacciata doccia di umiltà da cui partire per migliorarsi. 
I concorsi danno valore aggiunto alla carriera? Sì e no. Molto dipende dai concorsi: il concorso della parrocchia e della associazione culturale appena nata danno poco in fatto di conoscibilità, ma anche di ampia competizione. Concorsi importanti, anche locali, con giurie di livello, danno sicuramente un valore aggiunto ma non come spesso si crede. A mio avviso, un concorso letterario serio e riconosciuto aiuta a mettersi in gioco, a uscire dal guscio, a comprendere il reale valore della propria opera, ma soprattutto aiuta a migliorare noi stessi, la nostra scrittura, a riprogrammare i propri obiettivi e le proprie aspettative, a intraprendere nuove strade letterarie, a dare stimoli alla propria Passione, al proprio modo di dire qualcosa al mondo intero, al di là dei riconoscimenti. Amo scrivere e per me questo è il primo premio, quello che nessuno potrà mai sottrarmi.

Hai progetti per il futuro? 

Tanti perché le idee non mancano, semmai sono il tempo e le energie a rallentarne la creatività. Dopo il Premio Calvino, ho ripreso il cammino e sto partecipando ad altri concorsi importanti (San Domenichino, Città di Como, Giovane Holden) con un romanzo che, anche in questo caso, tratta di disabilità, in particolare di ciò che ruota intorno ai ragazzi affetti da Sindrome di Down. In questi giorni, poi, sono alle prese con l'ultimo, ostico, capitolo di un romanzo che tratta il tema della depressione, dopodiché penso mi rilasserò affrontando il primo di due romanzi con i sogni al centro della trama. Per un anno, tra editing e nuovo romanzo, sarò pertanto occupato. Ho tuttavia almeno altri tre progetti, attualmente in fase di studio e programmazione. Diciamo che almeno per il prossimo quinquennio sono a posto.
Ringrazio il blog Lego et Cogito per questa chiacchierata e auguro a tutti i suoi lettori buone letture.


Marianna Visconti 

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