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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Le interviste di Lego et Cogito


Cari lettori,
benvenuti al consueto appuntamento con 'Le interviste di Lego et Cogito'; l'intervistato della settimana è Alessandro Chiesurin, uno scrittore e poeta veneto che ha alle spalle due pubblicazioni ed una terza in uscita. Buona lettura. 

Ciao Alessandro, presentati alla nostra community e parlarci un po’ di te.

Salve a tutti e a tutte, mi chiamo Alessandro Chiesurin e vivo nelle Dolomiti bellunesi. Per quanto concerne la sfera personale confesso di essere alla ricerca della mia strada, quindi è difficile raccontare cosa faccia, o non faccia. Sono un correttore di bozze freelance, collaboro con un quotidiano locale, il Corriere delle Alpi, per il quale seguo con prevalenza la cronaca sportiva, e nel frattempo ricerco un lavoro. Nel tempo libero divoro libri, mi sfamo di cinema, e raccolgo aneddoti che in seguito trasformo in poesie e racconti per il mio blog.

Possiedi un blog, ‘Spore poetiche’, nel quale pubblichi alcuni componimenti e parli di libri. Quando e come è nata l’idea di dargli vita?

L’idea è nata tre anni fa (se la memoria non mi inganna) nel momento in cui decisi di condividere gli scritti che scaturivano nella mia testolina. Prima di allora la scrittura era un viaggio privato. Penso d’essere stato geloso dei miei componimenti, e l’insicurezza era un altro fattore che me li faceva tenere nascosti nel cassetto. Un giorno mi sono detto “è ora di cambiare”, e come conseguenza è nato il blog in cui riverso tutt’ora il mio amore per la scrittura.

Ritieni che la gestione di un blog letterario si sia rivelata utile per la tua carriera da scrittore e per il mondo lavorativo in generale?

Lo considero il mio biglietto da visita. Una piccola vetrina in cui mostro una parte di me.
Quando si compie un’azione intellettualmente onesta, senza riversarci odio, sono convinto che dia benefici. Questa idea è valida sia per un blog, sia per la scrittura, e vale per la vita in generale. L’onestà ripaga sempre, e non mi riferisco solo alla sfera economica. Quindi si, lo considero utile.

Ti occupi prevalentemente di poesia. C’è un poeta che prediligi e la cui opera ti ispira particolarmente?

Se posso, faccio tre nomi. Ungaretti, per lo stile. Majakovskij, per l’ardore. Zanzotto, perché siamo figli della stessa terra.
Se la mia poetica abbia assorbito anche una milionesima parte della loro grandezza, non so dirlo. Ma se così fosse, potrei proclamarmi soddisfatto.


Hai pubblicato una raccolta poetica che s’intitola ‘Di luce e oscurità’. Qual è la tematica principale della silloge poetica?

“Di luce e di oscurità” è un viaggio introspettivo, come lo sono la maggior parte dei miei versi e della mia prosa. È un’immersione nel mio io. E mi auguro funga da specchio per chi si perde tra i miei versi. Qualche riscontro, a tal proposito, è avvenuto da parte di lettrici e lettori, e questa è una cosa che mi rende molto felice. 


Oltre a ‘Di luce e oscurità’ hai scritto una raccolta di racconti a carattere introspettivo: ‘Diafonie. Microfisica dei piccoli gesti’. Cosa ti ha ispirato nella sua scrittura?

I racconti nascono da frasi ed episodi “rubati” a conoscenti e/o perfetti sconosciuti. Mi piace, e mi diverte, impossessarmi di piccoli spaccati di vita quotidiana per deformarli prima, e portarli agli estremi poi. In altre occasioni invece ho lasciato la mente libera di vagare, e l’unico lavoro compiuto è  stato quello di trascrivere su carta le immagini frutto di tale libertà.
La fonte principale da cui ho attinto le idee per i racconti è, comunque, il mio vissuto. A volte consciamente, altre no. Per parlare di certe emozioni si deve prima viverle.

Oltre a scrivere poesie e racconti, hai mai pensato di cimentarti in altri generi letterari? Se sì quali?

Sinceramente no. La poesia è una forma di comunicazione che prediligo in quanto mi permette di essere ermetico, e questo è un aspetto che voglio conservare il più a lungo possibile.
Il racconto, al contrario, è per me sinonimo di libertà espressiva. E di rapidità. Per quanto possa essere paradossale la vicenda narrata, in poche pagine assume una potenza deflagrante. Prendi, a esempio, il racconto “Buonanotte Oreste”. Quando lo leggi sei catapultata/o nell’alcolismo di Oreste in presa diretta. Le motivazioni della dipendenza contano poco, il presente vissuto attimo dopo attimo dal protagonista è più dirompente di tante dietrologie. Questa è, per me, libertà. E mi auguro si colga il suo spirito nell’intero volume.

Hai partecipato ad alcuni concorsi letterari. Quale tra questi è stato significativo per te?

A bruciapelo rispondo il Trofeo Gatticese delle Arti. È un concorso riservato a poesie e racconti che si svolge a Gattico, in provincia di Novara. Per la prima volta ho avuto un riscontro sincero e positivo ai miei versi, e questo mi ha spinto a continuare con la scrittura.

Che consigli daresti a chi come te desidera avvicinarsi al mondo della scrittura e dell’editoria in generale?

Sono agli inizi pure io, e forse sono il meno indicato per elargire consigli. Posso, nel caso, dire cosa ho fatto nel mio piccolo, magari sarà di spunto ad altri/e.
Leggere molto, per attingere dai grandi; scrivere sempre, per affinare la tecnica; ascoltare le critiche costruttive; non arrendersi mai. E non aver paura di ricominciare da zero se un lavoro soddisfa poco o nulla.

Hai dei progetti per il futuro?

Sto preparando una nuova raccolta di racconti, e credo vedrà la luce per la fine dell’estate. Come per Diafonie, i rapporti interpersonali saranno al centro dell’opera ma, a differenza del primo, questo volume sarà un amalgama di vicende che amo definire “neo-gotiche”, e storie d’amore paradossali. E non mancherà il sesso, filtrato però dalla mia mente.

Marianna Visconti 

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