Recensione: James Biancospino e le sette pietre magiche di Simone Chialchia

Casa editrice: Aporema edizioni

Anno di pubblicazione: 2018

Genere: Urban fantasy

Formato: Ebook\ Cartaceo, copertina flessibile, 310 pagine

Trama:

Agli albori del XVI secolo l'eterna lotta tra il Bene e il Male non si svolge solo con spade e pugnali, ma anche attraverso il dominio di antiche e misteriose pietre magiche: la vittoria arriderà a chi si dimostrerà più abile nel controllarne l'arcano potere. James Biancospino, un timido ragazzo del terzo millennio, si trova suo malgrado coinvolto nella guerra senza esclusione di colpi tra la Confraternita della Luce e la terrificante setta degli Oscuri. Attraverso viaggi avventurosi e mirabolanti battaglie, James scopre un po' alla volta il valore di parole come onore, dovere, coraggio, sacrificio, amicizia e amore, che doneranno un nuovo senso alla sua vita.

Perché ne consiglio la lettura?

'James Biancospino e le sette pietre magiche', come ogni 'Urban fantasy' che si rispetti, è ambientato in un contesto urbano e, per la precisione, a Cividale del Friuli, seppur spazi in varie città italiane e non, fra cui: Venezia, Barletta, Roma e Parigi. 

Il romanzo prende le mosse in epoca contemporanea, nella quale il lettore si trova innanzi il tipico adolescente disadattato e parecchio insicuro, la cui esistenza è permeata da parecchi 'vorrei ma non posso', il tutto condito con una situazione familiare non proprio semplice. 

Nel corso del libro l'autore, miscelando elementi onirici ed alchemici, sposta l'ambientazione dagli anni 2000 a quelli del 1500, immergendo il lettore in un viaggio spazio temporale davvero interessante, descrivendo efficacemente i luoghi e gli usi e costumi dell'epoca in contrapposizione con quelli contemporanei. Questo è uno degli aspetti del romanzo che ho maggiormente apprezzato. 

Nel corso del romanzo, il lettore assiste ad una significativa evoluzione caratteriale del protagonista il quale, da tenero ed indifeso bocciolo, sboccia in bel fiore forte e rigoglioso. 

Uno degli elementi che non ho amato particolarmente, ma per puro gusto personale, è che l'autore si sia dilungato in maniera oltremodo eccessiva sulla descrizione delle varie battaglie. Probabilmente, ciò che per me è un punto debole, per gli altri potrebbe invece costituire un punto di forza. 

Il romanzo lascia molti punti interrogativi in sospeso, il ché lascia presagire che la saga continui. 

Simone Chialchia utilizza uno stile fluido, ricco di precise descrizioni, utilizzando un lessico non troppo arzigogolato. Tutto ciò rende la lettura del testo abbastanza scorrevole e per niente pesante. 

Ne consiglio la lettura, soprattutto agli amanti del genere e delle saghe in generale. 

Marianna Visconti