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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: 'Il Diavolo Innamorato' di Davide Carnevali


Casa editrice: Fandango libri
Anno di pubblicazione: 2019
Genere: Raccolta di racconti
Formato: Brossura, 132 pagine
Codice ISBN: 978-88-6044-638-1
Prezzo: € 13,00

Descrizione:

Conosciuto da anni per il suo teatro, Davide Carnevali, mette in scena in queste pagine una sacra rappresentazione, trascinando il lettore in una dimensione senza tempo, dove tutto può realizzarsi e assumere un senso nuovo.

E così il lettore si fa spettatore e attore, dialogando col dio dei cristiani, un dio tutto umano che inventò le stelle per diletto – “Le fece perché amava sedersi la notte nel mezzo del suo giardino a guardarle per ore, dall’alto del firmamento, in silenzio, fino alle prime luci del mattino” –; penetrando i segreti della cabala ebraica che svela il significato dell’impronunciabilità del nome di Dio, un dio immenso e sfuggente; immaginando una matematica oltre i numeri e lo spazio per accorciare le distanze con il dio dei musulmani. Come in un moderno Vangelo apocrifo, nel Diavolo innamorato Davide Carnevali si avvicina per sovvertirle alle scritture e alle tradizioni delle grandi religioni monoteiste, il cristianesimo, l’ebraismo e l’Islam, con l’ironia, la leggerezza e l’originalità tipiche della sua drammaturgia. Nessuna risposta è fornita, su quale sia la nostra origine né dove vada il nostro destino, quasi l’autore affermasse l’unità di creatore e creatura. Nessun insegnamento è certo, perché la conoscenza, come il volto di Dio, è velata. Non resta che un toccante tableau vivant, un programmatico libretto rosso, una consolante via crucis, e al centro l’uomo alla malinconica ricerca del Paradiso perduto.

Perché ne consiglio la lettura? 

'Il Diavolo Innamorato' di Davide Carnevali si presenta come una raccolta di storielle, leggende e tradizioni di matrice cristiana, islamica ed ebraica... inventate da un'ateo! 

Alcuni racconti, però non sono del tutto inventati, nei quali, però, cambia il punto di vista sui fatti; altri, invece, lo sono del tutto. 

Tra tutte le storielle presenti nel testo, come punto di partenza della mia trattazione, scelgo 'La ribellione di Shaytan', ossia la 'caduta' dal paradiso del Diavolo secondo la tradizione islamica, poiché, per ragioni personali, è quella che conosco di più. 

Il racconto si apre in questa maniera:

Molti credono che la disobbedienza di Shaytan avvenne per orgoglio cieco e fine a se stesso, che lo aveva portato a supporre di essere come Allah e a pretendere di essere rispettato come Allah. Niente di più falso: fu esattamente per il motivo contrario che disobbedí. 

Tale premessa si rivolge al pubblico dei credenti in generale, non a quello prettamente musulmano. Infatti, secondo la tradizione islamica il Diavolo venne scacciato dal paradiso non perché avesse la pretesa di sentirsi come Allah, ma poiché rifiutó di inginocchiarsi innanzi ad Adamo, seppur glielo avesse comandato la divinità medesima. L'episodio della disobbedienza del Diavolo viene narrato in più punti nel Corano, riportandone le precise motivazioni (Cor: 2,36 e 7,11 in poi). 

Sempre nel Corano, ci si riferisce al Diavolo principalmente con due nomi: Iblis e Shaytan. Vi è un filone di pensiero che ritiene che il primo gli appartiesse prima della 'caduta' dal paradiso, mente il secondo dopo la caduta; ma, essendo una teoria, si può dire che entrambi siano usati in egual misura. 

Ad ogni modo, da un punto di vista mistico, Iblis viene presentato come uno gnostico perfetto, un sostenitore dell'Unità divina integrale, che, però, non raggiunge un'unione sorretta dalla grazia divina con Allah perché, trasgredendo il comando divino, non comprende una cosa fondamentale: Adamo non rappresenta un mero pezzo di carne, che in quanto tale gli è inferiore per natura, bensì è atto di Dio e, quindi, forma divina medesima... se vogliamo, è un estrinsecazione della sua essenza. Per cui l'orgoglio e la superbia che dimostra Iblis non è rivolta a Dio, bensì ad Adamo. Sbaglia per eccesso di amore e non per tracotanza rivolta alla divinità. 

Nel 'Diavolo Innamorato' il punto di vista sulla questione viene totalmente capovolto: seppur Shaytan contravvenga al comando divino per perorare la causa unicità e l'unità divina, egli non lo fa per eccesso d'amore mistico, bensì in difesa di un ragionamento logico e razionale. 

Così Shaytan incalzò: 'Dimmi, amico mio, tu vuoi forse un mondo in cui trionfi la forma e si adorino le immagini? Io no. Io difenderò un mondo in cui non si adori altro che Allah, che non è diviso in forma e immagine, ma è sostanza e atto, causa e conseguenza insieme. E per restare fedele ai principi di Allah, lotterò contro l'uomo e contro di te, amico mio 

Per cui, secondo tale visione egli comprende pienamente le implicazioni del comando divino, ma si rifiuta di condividerle secondo ragione. 

Così, 'Il Diavolo Innamorato' è un libro che mette in discussione il concetto di fede e di credenza, presentandoci la creazione in chiave goliardica, nel quale la razionalità è contrapposta al sogno e la realtà alla finzione. La religione, quindi, viene paragonata ad un 'nano gobbo', sul cui aspetto ed esistenza non tutti concordano, ma che, se entra a far parte del circolo stretto del pensiero comune, la vince comunque su tutto e tutti. 

Ecco che viene messo sotto giudizio persino il mestiere dello scrittore poiché, come il credente, attraverso la sua arte ha dato priorità alla finzione sulla realtà. 

Personalmente ho trovato questo libro molto gradevole, la cui lettura mi è parsa scorrevole e fluida, regalandomi attimi di leggerezza e riflessione intensa, senza risultare, però, disarmonico e ambiguo nello stile e nella struttura. Quindi, è un testo che consiglio a chiunque, a prescindere dalle proprie credenze e convinzioni di base. 

Marianna Visconti 

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