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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: Le poche cose certe di Valentina Farinaccio


Casa editrice: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Narrativa
Formato: Copertina rigida, 150 pagine
Codice ISBN: 978-8804687368
Prezzo: 17,00 €

Trama:

Arturo non sale sul tram da dieci anni: l'ultima volta è stata quando doveva incontrare la misteriosa Atlantide. Ma, per colpa di un crudele scherzo del destino, il loro appuntamento non ha avuto luogo, sicché Atlantide, come la leggendaria isola di cui porta il nome, è scomparsa nel mare non riemergendo mai più. Da quel momento in poi, la vita di Arturo cambia drasticamente e diviene una perenne lotta tra il preso e il perso.

Nei dieci anni trascorsi, da Atlantide ad oggi, Arturo aveva fatto una strada lunghissima. Aveva provato a morire, in tanti modi diversi, in tanti modi sbagliati. Pure in quel caso, aveva capito, gli mancava il coraggio di finire l'opera.

Così, quando sale sul tram 14, è piccolo nonostante i suoi quarant'anni: indossa un cappellino per celare i propri pensieri e si è fatto crescere la barba per nascondersi dagli sguardi indiscreti. Ciononostante, in una fredda Roma di fine inverno, dopo un'esistenza fatta di attesa e rimpianti, Arturo ha finalmente la possibilità di ricominciare: avrà la forza di resistere e prenotare la propria fermata? 
Valentina Farinaccio, dopo il romanzo d'esordio 'La strada del ritorno è sempre più corta', ci propone una storia d'umana fragilità. 

Perché ne consiglio la lettura? 

Vi è mai capitato di avere paura? Non quel normale stato di apprensione, preoccupazione o inquietudine che proviamo tutti prima o poi; bensì mi riferisco a uno stato emotivo che sfocia in una cieca e torbida fobia, la quale ti lega mani e piedi togliendoti il coraggio di vivere davvero. 

Una volta nella vostra esistenza siete stati mai colpiti da tale malessere interiore?
Se sì, allora non avrete difficoltà a empatizzare con Arturo, il protagonista del romanzo.

Arturo, giovane attore di belle speranze, sembra aver tutto dalla vita, ciononostante è un rinunciatario per antonomasia. Lui non ha mai lottato per ottenere ciò che voleva, non ha saputo mai resistere innanzi ai momenti no: ha passato la sua intera esistenza cullandosi in una tristezza perenne.

Arturo non fa le cose, per paura. E abbiamo tutti paura, ma lui di più. E non c'è impedimento peggiore, della paura. Perché certe cose sono proprio inevitabili.

Come è stato inevitabile il guasto del tram 14, il quale da Piazza Maggiore percorrere la Prenestina, e che, quella sera di dieci anni fa, avrebbe dovuto condurlo da Atlantide. Anziché reagire a tale imprevisto, Arturo ha preferito crogiolarsi nella propria miseria, lasciando che l'unica opportunità di essere felice gli scivolasse tra le dita.

Non sale sul tram da dieci anni: l'ultima volta è stata quando doveva incontrare lo spettro di un amore da sempre sognato e mai realizzato. 
Oggi Arturo decide di prendere la propria esistenza per mano, e per farlo riparte proprio da quel tram, il numero 14, che da Piazza Maggiore attraversa la Prenestina.

'Le poche cose certe' di Valentina Farinaccio ripercorre il viaggio di Arturo sul tram, dal quale scaturisce una profonda autocoscienza.

Punti di forza:

La lettura è piuttosto scorrevole e lo stile abbastanza lineare e chiaro, ma ti conduce verso l'abisso dell'animo umano, alla continua ricerca di una ragione di vita. 

Il romanzo di Valentina Farinaccio è introspettivo, seppur non possa essere definito psicologico in senso stretto. Ciò permette comunque al lettore di conoscere il protagonista, simpatizzando con lui o bisiamandolo.

Di contro:

Ritengo che l'autrice abusi di frasi d'effetto e citazioni, il cui eccessivo uso risulta piuttosto sovrabbondante. Peccato! Se fosse stata più parca nel loro utilizzo, il romanzo ne avrebbe giovato.

Nel complesso il romanzo mi è piaciuto molto: l'ho trovata una lettura intensa e interessante. Per cui è un libro che consiglio a chi cerca qualcosa di non troppo impegnativo ma in grado di trasmetterti qualcosa.


Marianna Visconti 

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