Casa
editrice: Rizzoli libri
Collana:
Best Bur
Anno
di pubblicazione: 2017 (in ottava edizione)
Genere:
Narrativa
Formato:
Brossura, 388 pagine
Codice
ISBN: 978-88-17-06409-5
Prezzo:
€
12,00
Trama:
Istanbul
è il crocevia dove da secoli si incontrano culture e religioni
differenti. Proprio in questa città multiforme e piena di colori si
conoscono Armanoush, americana in cerca delle proprie radici armene,
e Asya, diciannove anni, che vive a Istanbul con la madre, tre zie,
la nonna e la bisnonna. Due giovani donne che si legano l'una
all'altra, figlie di due mondi che la Storia ha visto scontrarsi: a
dispetto di tutto, la ragazza armena e la ragazza turca diventano
amiche, scoprono insieme il segreto che lega le loro famiglie e fanno
i conti con il passato comune dei loro popoli. Divenuta ormai il
simbolo di una Turchia che ha il coraggio di guardarsi indietro e
raccontare le proprie contraddizioni, Elif Shafak intreccia con
luminosa maestria le mille e una storia che fanno pulsare il cuore
della sua terra.
Perché
ne consiglio la lettura?
Armeni
e Turchi vivevano in due ordinamenti temporali diversi. Per i primi,
il tempo era un continuum in cui il passato viveva nel presente e il
presente generava il futuro. Per i secondi, invece, il tempo sembrava
essere una linea spezzata: a un certo punto il passato finiva, e da
quel punto cominciava il presente, e in mezzo non c’era altro che
uno strappo.
Asya
e Armanoush sono due giovani donne, ancora in cerca della loro
identità. La prima ama Johnny Cash, gli esistenzialisti francesi e
vive a Istanbul; la seconda, invece, figlia di padre armeno e madre
americana, decide di recarsi furtivamente nella città turca per
conoscere il passato di sua nonna Shushan. Armanoush, così, verrà
ospitata dalla famiglia del suo patrigno , ossia lo zio di Asya: tra
le due ragazze nascerà una forte amicizia, nonostante le evidenti
differenze. Inoltre, il loro legame porterà alla luce, segreti e
trascorsi familiari che, in qualche maniera si riveleranno più
simili di ciò che sembra e rappresenterà un punto di svolta, seppur
nel caso particolare e non in maniera universale, nella risoluzione
delle asperità fra turchi e armeni.
La
città d’Istanbul non rappresenta solo la cornice entro la quale si
svolge la storia, bensì accompagna mano nella mano, attraverso le
sue suggestioni, i suoi colori e i suoi odori, le protagoniste alla
scoperta del loro passato. Inoltre questo libro offre al lettore
interessanti spunti di riflessione, che vanno dalle differenze fra il
sacro e il profano e nei rapporti fra uomo e donna.
Regola
d’Oro della Donna di Istanbul:
Se
infastidita per strada, non rispondere mai, perché la donna che
risponde, o addirittura reagisce insultando il suo molestatore, non
farà altro che infiammare l’entusiasmo del suddetto!
Regola
d’Argento della Donna di Istanbul:
Se
infastidita per strada, non perdere mai la pazienza, perché la donna
che perde la pazienza davanti a un molestatore e reagisce in maniera
eccessiva, non farà altro che peggiorare la situazione!
Regola
di Bronzo della Donna di Istanbul:
Se
molestata per strada, meglio scordarsi dell’incidente non appena
ripreso il cammino, poiché rimuginare tutto il giorno sull'accaduto
non porterà nulla di buono!
Questo
decalogo di ‘Semplice Prudenza Femminile’ impone una riflessione
sulla condizione della donna in Turchia: un paese nel quale è
necessario il consenso del marito per abortire, dove le donne non
possono entrare a far parte dell’esercito, vengono giudicate per
come si vestono e continuano ad essere vittime di stupro e delitto
d’onore. Nonostante si definisca un paese laico, quindi non
soggetto alla shari’a, nel quale la discriminazione di genere è
vietata dalla costituzione dal 1982, vigono tutt'ora le logiche di
una società prettamente patriarcale e maschilista. Tale stridente
contraddizione emerge in maniera significativa nel corso del romanzo,
divenendone la chiave interpretativa dell’intera storia.
Inoltre,
come è possibile leggere nei Ringraziamenti, l’autrice, dopo la
pubblicazione del romanzo, ha subito un processo per aver infranto
l’art. 301 del Codice penale, che consiste nel denigrare l’identità
nazionale turca. Questo perché ha osato affrontare la spinosa
questione del genocidio armeno. Avrebbero potuto condannarla a tre anni di carcere, ma il processo si è risolto con
l’assoluzione.
Per
concludere: La Bastarda di Istanbul di Elif Shafak è un romanzo
davvero molto bello, oserei definirlo un vero e proprio capolavoro e
una di quelle letture che si devono fare almeno una volta nella vita.
Marianna
Visconti
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