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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: Tragodìa. Il gelo nel cuore di Elisabetta Scaramelli


Casa editrice: Self-publishing
Anno di pubblicazione: 2018
Genere: Romanzo psicologico
Targhet: All
Formato: Brossura, 314 pagine
Codice ISBN: 978-8831616096
Prezzo: € 15,00

Trama:

Nella bigia Torino di inizio 1900, un vice commissario di polizia misantropo e scontroso si trova coinvolto nella vicenda tragica di un'annegata al punto da rivoluzionare la sua idea della morte e dell'anima. Inizia a temere che l’atteggiamento asettico da freddo investigatore venga meno, lasciandolo in balia delle sue debolezze, ma ancor di più paventa la possibilità che i suoi collaboratori intravedano in lui un barlume di quella pietà che ha sempre cercato di celare.
Venuto a contatto con la negligenza di alcuni collaboratori, poco interessati alle disgrazie dei miserabili, inizia a dubitare della professionalità di persone in cui prima aveva riposto la sua fiducia. Spiazzato da queste considerazioni, dopo aver analizzato l’animo altrui inizia a scorticare se stesso e scopre qualcosa di sé che si rifiutava di conoscere. Concentrato sull’indolenza degli altri, infatti, aveva accantonato i propri errori, che ora risalgono in superficie con spietatezza. 
Questo continuo ragionamento gli dà il coraggio di aprire stanze chiuse da tempo, dove si trova intrappolato in una matassa di segreti che cerca di sbrogliare usando l'acume che solitamente usa nelle sue indagini. Intanto, mentre cerca di metabolizzare quest’eredità di torbidi segreti lasciata dalla defunta madre, la sua dimora si anima di una presenza percettibile solo dal suo animo e la sua maschera diventa sempre più fragile.
L’annegata non è andata via con l’archiviazione del caso, è rimasta in lui, come un angelo agrodolce che gli dà sollievo e nel contempo lo tormenta. Ludovico si rifugia nell’assolata Grecia, ma neanche lì l’amorevole spettro l’abbandona. Anzi, diventa ancora più ossessivo e lo costringe a fare i conti con una serie di vicende al limite del sovrannaturale che l’aiuteranno a rimettere insieme molti tasselli di un mosaico ingarbugliato. In Grecia Ludovico non solo troverà le risposte agli enigmi ereditati da sua madre, ma ricostruirà la storia di Athina, la giovane suicida trovata in riva al Po.

Perché ne consiglio la lettura?

La sua esistenza era come una lunga retta che non poteva essere intersecata, con un punto d’origine e una fine che lo attendeva a braccia aperte. 

Il protagonista, Ludovico, è un solitario commissario che si ritrova a indagare su un caso: l'annegamento di una giovane donna. Quest'ultimo evento, insieme alla morte della madre, lo colpisce così profondamente da mettere in discussione tutto: l'operato degli altri ma anche la sua stessa persona.

Ancora Ludovico non era molto vicino al corpo, ma quando il prete si scostò, i suoi occhi si posarono su una donna con lunghi capelli scuri e il viso trasformato dal tempo trascorso in acqua. Poche ciocche corvine incollate alle spalle magre, alcune si erano addormentate da qualche parte in mezzo al fiume. Lucida chioma, come corpo di pesce nero e mortale, aderente al viso. Pelle gonfia del colore della morte, livida e chiazzata, sbranata, lacerata, scorticata dal fiume inferocito. Ofelia aveva navigato tra i flutti fino a raggiungere la sponda. Ofelia impazzita, tradita, amata, bevuta, risucchiata, spolpata. Nessun corteo funebre era partito dalla corte di Elsinore per il povero fiore di maggio strappato alla primavera e ucciso nel freddo autunno.
In quel momento gli sembrò di essere caduto in uno stato di intorpidimento improvviso. Era lì come tutti, ma la sua mente era altrove. Non riusciva neanche a sentire i commenti dei presenti, ma il medico si avvicinò, gli toccò il braccio con rudezza e parlò con quella voce sgradevole fino a farlo riprendere dalla paralisi.

La narrazione è scorrevole e segue un ritmo incalzante, nonostante le precise descrizioni a carattere psicologico dei personaggi. 
Quest'ultime, lungi dall'annoiare il lettore, riescono a farlo entrare completamente nel vivo della storia. Il lessico è curato e ben dettagliato.

Ne consiglio la lettura a tutti gli amanti dei romanzi introspettivi, poiché non ne resteranno affatto delusi. 




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