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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj



Scheda libro: 

Casa editrice: Universale economica feltrinelli
Collana: Classici
Anno di pubblicazione: 2014
Genere: Classico
Formato: Brossura, 148 pagine.
Codice ISBN: 978-88-07-90142-3
Prezzo: € 8,00

Trama:

Un uomo di nome Pozdnysev durante un viaggio in treno confessa a uno sconosciuto la propria colpa segreta. Ricorda di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista, dando così inizio a un gioco che si rivelerà tragicamente beffardo. Via via sempre più sospettoso una sera, mentre la coppia esegue in perfetta sintonia la Sonata a Kreutzer di Beethoven, Pozdnysev accantona ogni dubbio. Spinto dalla gelosia uccide la moglie per un tradimento in realtà mai avvenuto e senza rendersi conto del terribile malinteso. Pubblicata nel 1891 dopo numerose revisioni, la "Sonata a Kreutzer" è tra le opere più significative dell'ultimo Tolstoj. Dura requisitoria contro le ipocrisie nascoste della vita coniugale, racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera. "Scritta con cattiveria", come ebbe a dire Sonja Tolstoj, la "Sonata a Kreutzer" rimane un invito spregiudicato a riflettere sulla morale, le grandi passioni e i loro effetti.

Riflessione sull'opera:

Cari lettori e Care lettrici, anche in questo caso, trattandosi di un classico, non leggerete una mia recensione in merito all'opera, poiché innanzi a una simile testo il gusto e la percezione personale necessitano di una sospensione di giudizio. Per cui non vi dirò se per l'opera è bella e brutta, bensì cercherò di costruire una riflessione critica intorno ad essa.


Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj tratta di un tema abbastanza spinoso, nonché agghiacciante per la sua attualità: il femminicidio.
Infatti, la narrazione è ambientata in un treno, ove la voce narrante del racconto si ritrova a chiacchierare con Pozdnysev. Quest'ultimo, lungo tutto il tragitto, gli svela le motivazioni che lo hanno condotto ad uccidere la moglie. 


Ciò che sorprende in tale narrazione è la vividezza delle descrizioni dei pensieri, delle pulsioni e del sentire che sono scaturiti nel cuore e nell'animo di Pozdnysev, costituendo una vera e propria fenomenologia della gelosia e delle estreme conseguenze cui conduce.


Sonata a Kreutzer è stata scritta da Lev Tolstoj nel 1891, per cui, nonostante l'estrema attualità della storia narrata, non bisogna incorrere nell'errore di interpretarla con le nostre chiavi di lettura, tratte da un mondo completamente differente dalla Russia di fine '800. A chiarire il senso dell'opera è lo stesso Tolstoj, il quale vi allega una postilla a fine libro. 


Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj non è altro che una riflessione morale sulla sessualità umana, la quale, secondo lo scrittore, lungi dall'essere qualcosa di particolarmente elevato e poetico, è un qualcosa di animalesco che bisogna arginare necessariamente. Per ciò tale opera mira a diffondere un messaggio volta alla continenza sessuale e all'importanza del celibato, oltre ad essere in aperta critica contro la prostituzione e le procedure di contraccezione, che a suo dire indurrebbero una sessualità smodata, priva di senso, se non quello del piacere in sé, e nociva. 


La cosa che per me è risultata sorprendente è che Tolstoj rintraccia le cause della sottomissione della donna all'uomo alla sua oggettivazione sessuale da parte di quest'ultimo: 

Oggi si limitano a dire che la rispettano, e infatti alcuni le cedono il posto in carrozza o le raccolgono il fazzoletto caduto, altri le riconoscono il diritto di assumere qualsiasi carica, di partecipare all'amministrazione della cosa pubblica, e cosi via. Tutto questo è vero, ma intanto la considerazione che hanno di lei è sempre la stessa: la donna come oggetto di piacere e il suo corpo come oggetto di piacere. E anche la donna lo sa.  È la stessa cosa della schiavitù. (...) E la stessa cosa accade con l'emancipazione della donna. La schiavitù della donna consiste semplicemente nel fatto che gli uomini desiderano e considerano perfettamente giusto servirsi del suo corpo come strumento di piacere. E allora dichiarano libera la donna, le riconoscono ogni diritto parificandola in questo agli uomini, ma continuano pur sempre a considerarla come oggetto di piacere e la educano in modo conforme a ciò, sia influenzandola nell'età infantile, sia per mezzo della pubblica opinione.

L'argomentazione di Tolstoj, benché muova dal presupposto di ridare una propria dignità alla donna, ahimè, non è priva di presupposti maschilisti. Ciononostante tale opera occorre leggerla nel contesto e nel periodo storico nella quale è stata scritta: in una simile ottica tale opere ha delle aperture non indifferenti, benché miri a screditare l'amore sessuale in sé, nonché i metodi contraccettivi, cui la donna oggi può definirsi, invece, padrona del proprio corpo. 


In conclusione: benché la storia sia sorprendentemente contemporanea, le motivazioni che vi sono alla base non lo sono affatto. Ma va bene così, bisogna apprezzare l'opera per quella che è, contestualizzarla nella forma mentis del periodo storico che l'ha generata, senza modificarne il senso che vi sta alla base. 


Marianna Visconti

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