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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: Bucolica di Germana Ferlito

Bucolica

Scheda libro 

Casa editrice: Bookabook 

Anno di pubblicazione: 2020 

Genere: Romanzo di formazione e fantastico 

Formato: Brossura, 147 pagine 

Codice ISBN: 978-88-3323-305-5

Prezzo: € 12.00


Trama:

Lyrae è l’istitutrice del tempo, racchiuso in un occhio di drago, e ha il compito di fare della Landa del divenire incerto una città felice. Perciò gli abitanti svolgono compiti differenti: gli equilibristi camminano su un filo per garantire la stabilità, gli agricoltori curano la terra, l’architetto crea feritoie per il passaggio dell’acqua, i mimi sono conoscitori di se stessi e dello spirito di ogni cosa. In questo modo la Landa diventa una città, che viene chiamata Bucolica, dove tutto scorre in piena armonia. Fino al giorno in cui da uno strano fungo spunta Arturo e tutto si ribalta.

Bucolica è un viaggio simbolico, un invito ad avere cura di sé, della natura e di tutto ciò che ci circonda.


Recensione:

Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi

silvestrem tenui Musam meditaris avena

Perché cito in apertura della recensione codesti versi di Virgilio? Semplice: l'opera di Germana Ferlito in qualche maniera me li ricorda. E non solo per la similarità del titolo, ma anche per la quiete, la pacatezza e la pacificazione con il mondo della natura. Infatti, nel leggere "Bucolica" mi sono sentita come Titiro: adagiata sotto l'ampia ombra di un fagio a godere di un mondo silvestre. Un mondo che, purtroppo, siamo soliti ignorare del tutto, ma che, come ci insegna la nostra Germana, andrebbe amato e protetto. 

Così, con una prosa a tratti poetica e musicale, l'autrice ci conduce mano nella mano nel magico universo di Lyrae, il cui nome ricorda quello della Lira e, più in generale, ci porta alla mente l'omonima costellazione. Quest'ultima è un'istruttrice del tempo che ha il compito di creare una città felice, ossia Bucolica.

Ci imbattiamo nel personaggio di Lyrae fin dalle prime pagine e ho trovato particolarmente bella e toccate la parte che riguarda la sua genesi: 

Spuntó fuori da due umani che in quel modo si legarono, stretti l'uno all'altro, e si trasformarono in un albero, un'ancora piccola quercia. La minuta creatura, di fattezze umane e dal corpo esile, sembrava quasi eterea. Il viso assai pallido, segnato da puntini rossastri, con lentiggini sparse sulle guance un po' rosse e tonde. Capelli rossicci ondulati le scendevano fino al collo, contornandole i lineamenti del volto. Anche essa era legata a un filo che convergeva a un'unica trama. Appena venuta alla luce, forse da un bozzolo schiuso nato sull'albero, parlava con il sole, ignorando che altrove, in un pianeta dove la landa era un piccolo cerchio, non fosse normale. 

Ecco che Germana ci catapulta in un mondo intriso di creature decisamente singolari, quali equilibristi, architetti, mimi e profeti. 

Tutto sembra procedere tutto per il verso giusto, fino all'arrivo di Arturo. Che ne sarà di Bucolica? Lyrae riuscirà a creare la sua città felice? 

Faccio i miei complimenti all'autrice non solo per il libro in sé, di una tenera bellezza conclamata, ma anche per la capillare ed evidente ricerca alla base del medesimo: al suo interno vi ritroviamo, infatti, riferimenti a Jung, Virgilio e Ermete Trismegistro. 

Come Germana conservo l'auspicio di un divenire più certo e felice, privo di violenza, ove la collaborazione fra le persone possa condurci alla costituzione di una società  proiettata sulla collaborazione e il bene comune. 


Marianna Visconti 

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