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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

L'angolo dello scrittore e della scrittrice: La zucca di Francesca Sole

 

La zucca

C'era una volta una zucca, grande, grossa e arancione. Lei si sentiva sola, poiché abbandonata in un granaio. Finché un giorno non passò da lì un ragazzo minuto e allampanato, che la raccolse e la portó via con sé.


E quando credeva di aver trovato una dimora calda e accogliente, si accorse che in realtà non era tutto oro ciò che luccicava. Difatti, il ragazzo, anziché accudirla e coccolarla, le riservó un trattamento a dir poco raccapricciante.


Per prima cosa la adagió nel freddo tavolino della cucina, dopodiché si dirisse verso la credenze ove aprì il primo cassetto ed estrasse un coltello enorme e affilato.


Preso il coltello, giusto per aggiungere un non so ché di sadismo, lo scaldó con la fiammella del gas, facendolo divenire rovente. La povera zucca assistiva a tutto ciò impotente e avrebbe voluto fuggire, peccato che non possedeva le gambe per poterlo fare e neppure le mani per giungerle e pregare.


Il ragazzo conficcó il coltello sulla nuca della zucca, e, con la stessa destrezza di un chirurgo, le aprì il cranio e inizió a svuotarla dall'interno.


Il dolore via via si faceva sempre più acuto e lacerante, se avesse avuto la bocca avrebbe urlato, urlato a squarciagola, implorandolo e supplicandolo nella speranza che si fermasse. Ma la zucca subì inerme tutto questo, finché fu esanime.


Il suo cadavere venne esposto la notte del 31 ottobre nel salone della stessa casa dove credeva di aver trovato la vita, e invece vi ritrovó la morte. Era bella, liscia e profumata, possedeva due occhi e persino quella bocca che un attimo prima di trapassare agognava. Moltissime persone l'accarezzavano e si facevano tanti selfie con lei. Sembrava una star. Non era più sola come nel grainaio, ma non era più viva e non poteva godere di tale celebrità.


Francesca Sole 

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