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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: Lolita di Vladimir Nabokov

 


Scheda libro 

Casa editrice: Adelphi

Collana: Gli Adelphi 

Traduttrice: Giulia Arborio Mella 

Anno di pubblicazione: 1996, edizione n.31

Genere: Narrativa 

Target: + 18 anni 

Formato: Brossura, 395 pagine

Codice ISBN: 978-88-459-1254-2

Prezzo: € 12,00 


Quarta di copertina:

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.

«Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita».


«Dopo trentasei anni, rileggo Lolita di Vladimir Nabokov... Trentasei anni sono moltissimi per un libro. Ma Lolita ha, come allora, un’abbagliante grandezza. Che respiro. Che forza romanzesca. Che potere verbale. Che scintillante alterigia. Che gioco sovrano. Come accade sempre ai grandi libri, Lolita si è spostato nel mio ricordo. Non mi ero accorto che possedesse una così straordinaria suggestione mitica» 


PIETRO CITATI


Le mie impressioni:

La lettura di quest'opera di Vladimir Nabokov è stata abbastanza articolata e complessa: se in un primo momento l'ho letteralmente divorato, facendo fuori metà libro in circa mezza giornata, poi mi sono arenata, trascinando la lettura delle pagine rimanenti per un mese circa. 


Perché? Probabilmente ho commesso un grave errore, che mai un lettore e una lettrice dovrebbero commettere: ho lasciato che il senso morale prevalesse sulla bellezza della prosa. In poche parole, non sono stata stata in grado di valutare oggettivamente l'opera in sé. 


La voce narrante del romanzo, Humbert, è una persona davvero disturbata, che in quanto tale ci narra una storia disturbante. Ognuno/a di noi ha una vaga idea del personaggio di Lolita: nell'immaginario comune ce la raffiguriamo come una ragazzina licenziosa e precoce che, a causa dei suoi comportamenti maliziosi, suscita desideri sessuali. 


Diversamente, Humbert è un personaggio se suscita, nel medesimo immaginario comune, sia disgusto che tenerezza, poiché tutte le sue pulsioni sessuali verso le cosiddette "Ninfette" (ragazzine fra i nove e i tredici anni) sono ricondotte a un'infanzia difficile e alla perdita di un'amore in giovane età. 


Humbert è pienamente cosciente del proprio disagio e cerca di tenerlo a bada, fino a quando entra in scena Lolita... lei gli fa perdere la testa, per lei sostiene di provare addirittura amore! 


Beh, qui entra in gioco il senso morale che, forse, avrei dovuto tenere a bada:  innorridisco letteralmente all'idea che il termine "amore" venga affincato a questa terribile vicenda. Si tratta di ossessione, casomai. Un romanzo che entra nella mente di una persona malata , la quale trascina nel proprio torbido abisso una ragazzina confusa e orfana, alla quale "spezza la vita". 


"Lolita" è un'opera contraddittoria, dalla lettura articolata e a tratti lenta, ma contemporaneamente accattivante sia per le emozioni scaturite, che per lo stile sospeso tra l'onirico e il reale, di cui ho particolarmente apprezzato l'abbattimento della "quarta parete". 


Marianna Visconti 


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