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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: I monologhi della vagina di Eve Ensler

 


Scheda libro


Titolo originale: The Vagina Monologues

Casa editrice: Il Saggiatore

Anno di pubblicazione: 2018 (terza ristampa)

Genere: Monologhi teatrali

Traduttrici: Margherita Bignardi e Sarah Barberis

Prefazione: Jacqueline Woodson

Postfazione: “Dillo, mettilo in scena: vent’anni di V-Day”

Formato: Brossura, 173 pagine

Codice ISBN: 9788842824640

Prezzo: 17,00


Presentazione dell’opera:


A vent’anni dalla prima pubblicazione, il Saggiatore presenta la nuova edizione dei Monologhi della vagina, con una nuova introduzione, nuovi contributi e testi inediti. Con humour trasgressivo, la vagina prende la parola per raccontare e raccontarsi attraverso la sua voce, che sa essere seria, divertita, fantasiosa o drammatica. Un manifesto contro la violenza che non cessa di essere il punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.


Recensione:


I monologhi della vagina è un’opera incisiva e decisamente d’impatto, che sottolinea come nella vita della maggior parte delle donne sia mancata una sana informazione ed educazione sessuale, nonché la celebrazione stessa del nostro corpo. Infatti, come sottolinea la stessa autrice, la parola vagina è invisibile e «suscita ansia, imbarazzo, disprezzo e disgusto»; per cui l’obiettivo di tale opera è molto semplice: fare in modo che, un giorno o l’altro, noi donne ci sentiamo a nostro agio nel pronunciarla, senza provare alcuna vergogna o senso di colpa.


Quanto più le donne pronunciano la parola vagina, minore è l’effetto che fa; diventa parte del nostro linguaggio, parte della nostra vita.


Ognuno dei monologhi è il frutto di un’intervista fatta a un gruppo eterogeneo di circa 200 donne, attraverso le cui testimonianze la vagina prende voce, raccontandosi in prima persona. Il tutto in maniera ironica e trasgressiva, ma non per questo priva di momenti drammatici. Cosa emerge da tutti questi dialoghi? Prima di tutto come la sessualità della donna sia stata vista sempre come una vergogna e quanto la percezione di noi stesse, del nostro fisico e del nostro piacere dipenda per buona parte dal parere maschile. Emblematici in tal senso sono i primi due dialoghi: Peli e L’inondazione: amo i miei peli, perché devo radermi? Per compiacere il mio partner, ovvio! E se mi oppongo? Semplice, mi tradisce. E se non mi oppongo? Mi tradisce uguale, altrettanto ovvio! Se mi eccito e mi bagno, me ne devo vergognare? Beh, se il tuo partner ti dice che puzzi, sì certo… manco a chiederlo! Per questo motivo devo rinunciare ad avere una vita sessuale? Sì, sì e sì! E se dopo anni d’inattività sessuale mi scoprissero un cancro all’utero, il dottore può permettersi di dirmi “se non la si usa, la si perde”? Certo che può, sia in quanto uomo che in quanto medico. Ma che domande fate?!


Monologhi della vagina nasce come spettacolo teatrale ed è stata rappresentato per la prima volta al Off-Broadway nel 1996. Ha vinto vari premi, fra cui un Obie Award. Tale opera teatrale, che poi è divenuta anche letteraria, ha avuto il merito di aver rotto dei tabù, facendo da apripista a tutte quelle donne, che in vari parti del mondo, sentivano il bisogno di far sentire la propria voce. È stata, tra le altre cose, rappresentata in Pakistan, da una compagnia teatrale clandestina, cui hanno assistito anche donne che provenivano dall’Afghanistan talebana.


Dopo il lancio dell’opera teatrale, Eve Ensler ha fondato, insieme ad altre compagne di lotta, il movimento V-Day, una delle massime espressioni di femminismo intersezionale, che opera in difesa di tutte le donne del mondo, nonché bambini e persone appartenenti al mondo LGBTQI+. In questa edizione del "Il Saggiatore", abbiamo la possibilità di leggere alcuni monologhi spotlight del V-Day, che ci mostrano dei ritratti vividi e precisi di alcuni angoli del mondo, nel quale le donne vivono una situazione di forte sofferenza e sottomissione. In queste pagine, quindi, apprendiamo quanto sia successo nell’Afghanistan talebano, nelle Filippine o quanto possa capitare nell’animo di una transessuale, prima e dopo aver intrapreso il percorso di transizione.


A suon di botte hanno strappato la ragazza dal mio corpo di ragazzo… o ci hanno provato


Ho letto questo libro nel corso del primo lockdown, ma ho scelto di parlarne adesso, proprio a ridosso della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, perché lo trovo un testo illuminante, pregno di contenuti e significati degni di spessore che qualsiasi donna, ma anche uomo, dovrebbe leggere e assimilare. Per cui ne consiglio assolutamente la lettura, ritenendolo un testo fondamentale! D’altro canto Eve Ensler attualmente è considerata una delle 150 donne che hanno cambiato il mondo, secondo Newsweek, e una delle 100 donne più influenti, secondo il Guardian.


Marianna Visconti


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