Passa ai contenuti principali

In primo piano

Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Le interviste di Lego et Cogito: Alessandra Parentela e Michela Longo

 


Cari lettori e Care lettrici, 

Benvenuti/e al consueto appuntamento de "Le interviste di Lego et Cogito". Le ospiti della settimana sono Alessandra Parentela e Michela Longo, autrici di "Un viaggio chiamato psicoterapia". Per saperne di più, continuate a leggere l'intervista. 


Ciao Alessandra e Michela, presentatevi alla nostra community e parlateci un po' di voi.

Ciao, certo con grande piacere! 

Siamo Alessandra e Michela o per meglio dire, Doc e Miki. 

Io sono Doc, sono di Padova dove esercito da trent’anni la professione di psicoterapeuta. È un lavoro che amo perchè mi permette di viaggiare nell’animo umano, crescendo ogni giorno insieme ai miei amati pazienti, che mettendomi in mano le loro storie di vita mi permettono di creare delle relazioni fantastiche. La mia grande passione è sempre stata la filosofia ed è così che ho dato al mio modo di fare psicoterapia quel taglio umanistico esistenziale che la caratterizza. La caratteristica della psicologia umanistico-esistenziale è proprio quella di mettere al centro l’essere umano che è responsabile della sua esistenza. Ogni individuo deve quindi poter “diventare ciò che è realmente”. Amo la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto dandomi la giusta forza per affrontare le varie situazioni. Sono una sportiva e amo molto il contatto con la natura, tanto che in questo lungo periodo di Covid aver preso un cane è stata per me un’opportunità per continuare a coltivare ciò che più mi piace fare. Il libro è stato il mio sogno nel cassetto, che grazie a Miki si è avverato. Ho ancora parecchi sogni e chissà, forse un giorno si potrebbero avverare anch’essi. Quindi che bello, continuare a sognare! 


Io sono Miki, vivo a Padova e sono una libera professionista nel campo della gestione ambientale. Negli ultimi due anni la mia vita ha svoltato in positivo grazie al mio “viaggio chiamato psicoterapia”. È stato un percorso importantissimo che mi ha permesso di ritrovarmi e di tornare ad apprezzare la vita e tutto quello che essa mi offre. Ho una bella famiglia, delle relazioni sane con splendide persone ed un lavoro che mi gratifica. Credo fortemente nella condivisione e nell’importanza delle relazioni e sto cercando di fare di questi due principi il filo conduttore delle azioni che compio nella mia vita. Adoro il mare e ogni occasione è buona per me per andarci. Adoro il mio cane che mi sta insegnando cosa significhi voler bene incondizionatamente e il non serbare mai rancore. Adoro condividere le mie esperienze più profonde con la Doc, la mia compagna di viaggio, che sarà sempre una figura determinante per la mia vita, non solo perchè è stata la mia psicoterapeuta ma anche perchè scrivere un libro insieme e condividerne le soddisfazioni è un’esperienza che lega indissolubilmente. 


Quando nasce in voi l'amore per la scrittura?

Alessandra: la scrittura mi ha aiutato a pensare e a mettere nero su bianco cosa si prova quando si intraprende un percorso di psicoterapia. Più si scrive, e più si vorrebbe scrivere. Lo scrivere mi ha aiutato ad allenare il cervello e a sentirmi ancor più presente in quello che è un percorso che potrebbe servire a chiunque. 


Michela: per me scrivere è stata una scoperta. Una bella scoperta. C’è stato infatti un momento in cui la mia terapia non proseguiva perchè non riuscivo a parlare durante le sedute. Doc mi disse: scrivi i tuoi pensieri, che poi li condividiamo. E così ho iniziato a mettere nero su bianco le mie più profonde riflessioni. E non ho smesso di farlo per quasi tre anni. Per me scrivere è stato per così dire salvifico. Mi ha aiutato a mettere ordine nei miei pensieri ed era un momento tutto mio che mi ha ridato la voglia di prendermi cura di me. 


C'è un autore o un'autrice alla quale vi ispirate particolarmente?

Alessandra: ai filosofi esistenzialisti, in particolare Nietzsche, il cui pensiero ha arricchito il mio approccio terapeutico. Un altro autore, psicoterapeuta e scrittore che ha segnato profondamente il mio modo di fare psicoterapia è Irvin Yalom, i cui libri sono stati per me delle letture molto appassionate. 


Michela: di riflesso vi rispondo Irvin Yalom. Naturalmente è stata Doc ad avermelo fatto conoscere, è stata lei che durante la mia terapia mi ha spinto a leggere alcuni dei suoi libri. E devo dire che ho ritrovato tantissimo nelle parole di questo scrittore, il modo di lavorare della Doc e che leggerlo mi è servito per illuminare il mio percorso nei momenti più bui. 

Una curiosità: Irvin Yalom ha il nostro libro, non sappiamo se lo abbia letto ma glielo abbiamo fatto pervenire in California, dove abita. 



Parlateci del vostro libro: "Un viaggio chiamato psicoterapia". Di cosa tratta?

Questo libro parla di psicoterapia. 

Di un viaggio che ha come protagonisti due donne, Doc e Miki. 

Una è una psicoterapeuta e l’altra una sua paziente. 

Nella prima parte la voce è quella di Doc che descrive in modo semplice e chiaro quelli che sono secondo la sua pluriennale esperienza di professionista i punti cruciali di un viaggio di psicoterapia. Perché si inizia, quali sono i suoi obiettivi e quali aspetti della vita vengono “curati” in psicoterapia.

Nella seconda parte è Miki che parla. Con gli occhi di paziente, racconta tappa per tappa i momenti significativi del suo viaggio unico e speciale con Doc.

E’ su un sasso, che diviene un luogo simbolo del libro, su cui Doc e Miki si ritrovano a dialogare nella terza parte del libro. È su quel sasso dove siedono finalmente insieme infatti che inizia l’ultima fase del viaggio: il ritorno a casa. 

Il dialogo è profondo ed ironico, come la loro relazione. Miki sta finalmente tornando a casa con una nuova consapevolezza di sé e si rende conto che alla fine di un viaggio non si è mai uguali a come si è partiti.


Definite "Un viaggio chiamato psicoterapia" un libro per tutti. Perché?

Lo definiamo un libro per tutti per il suo stile volutamente fluido e di facile lettura. Non è necessario essere un addetto ai lavori per poter leggere Un viaggio chiamato psicoterapia. Lo consigliamo infatti a tutte quelle persone che hanno voglia di addentrarsi in quello che è percorso di psicoterapia in modo semplice e leggero.


Perché avete scritto questo libro? Quale messaggio intendete lanciare?

Il nostro obiettivo è di voler accostare le persone alla psicoterapia, addentrandole in un vero percorso in cui potersi immedesimare, sminuendo quell’alone di vergogna e mistero che ancora c’è dietro al bisogno di rivolgersi allo psicoterapeuta. Chi va dallo psicoterapeuta ha problemi come li hanno tutti. La differenza con chi non ci va è che chi inizia un percorso terapeutico si mette realmente in gioco e vuole iniziare a risolverli.

È un libro che parla di esistenza e si interroga sul senso della vita. Il messaggio più forte che vuole dare è come sia nelle relazioni umane che si trova la risoluzione di qualsiasi conflitto, perché è nella condivisione che si trova la felicità.


"Un viaggio chiamato psicoterapia" ha vinto mai un premio? Se sì quale?

Il libro è vincitore del premio “Miglior Opera Prima” al Festival della Cultura di Catania Etnabook 2020. È stato un riconoscimento tanto piacevole quanto inaspettato. Ci ha dato la voglia di far conoscere il nostro libro al maggior numero di persone possibile. 


Se vi va, potreste lasciarci una citazione del libro?

Con piacere! É la frase con cui Miki descrive la psicoterapia come un viaggio. 


Per ciascuno questo viaggio avrà sfondi, luoghi, tappe e incontri unici, e sarà diverso dagli altri. Ma avrà un elemento comune per tutti quelli che decideranno di intraprenderlo: diventerà infatti il “dono” più prezioso che ci si possa regalare. E ognuno, con il proprio compagno di viaggio, instaurerà il rapporto più difficile che si possa costruire, ma anche tra i più profondi e veri che si possano sperimentare.


Racchiude sicuramente il messaggio che volevamo mandare, ma non solo. Per noi è molto significativa perchè rappresenta simbolicamente la nascita del libro: è stato infatti quando Doc la lesse che decise che avremmo scritto un libro insieme. 


Marianna Visconti 



Commenti