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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Recensione: Il libro delle case di Andrea Bajani

 

Andrea Bajani

Scheda libro

Casa editrice: Feltrinelli editore

Collana: Narratori

Anno di pubblicazione: 2021

Genere: Narrativa

Target: All

Formato: Brossura, 251 pagine

Codice ISBN: 978-88-07-03433-6

Prezzo: 17,00 €


Trama:

A quante parti di noi siamo disposti a rinunciare per continuare a essere noi stessi? E soprattutto: dove abbiamo lasciato ciò che non ci siamo portati dietro? Quali case lo custodiscono in segreto o lo tengono in ostaggio? Per raccontare la vita di un uomo, l’unica possibilità è setacciare le sue case, cercare gli indizi di quel piccolo inevitabile crimine che è dire “io” sapendo che dietro c’è sempre qualche menzogna. Il libro delle case è la storia di un uomo – “che per convenzione chiameremo Io” –, le amicizie, il matrimonio nel suo rifugio e nelle sue ferite, la scoperta del sesso e della poesia, il distacco da una famiglia esperta in autodistruzione. La storia di Io salta di casa in casa, su e giù nel tempo, ciascuna è la tessera di un puzzle che si compone tra l’ultimo quarto del millennio e il primo degli anni zero: è giovane amante di una donna sposata in una casa di provincia, infante che insegue una tartaruga in un appartamento di Roma mentre dalla tv si rovesciano le immagini di Aldo Moro sequestrato e del corpo di Pasolini rinvenuto all’Idroscalo; è marito in una casa borghese di Torino, bohémien in una mansarda di Parigi e adulto in carriera in un albergo londinese; ragazzo preso a pugni dal padre in una casa di vacanza, e studente universitario buttato sopra un materasso; poi semplicemente un uomo, che si tira dietro la porta di una casa vuota.


Recensione:

Un Io non ha forse diritto di cittadinanza seppur non sia stato un buon Io? Ne Il libro delle case, Andrea Bajani conferisce tale cittadinanza al proprio Io, che sia la casa natìa o la fede che ha portato al dito poco importa. Io è in ogni luogo che ha abitato e nulla più. 


Ecco che il lettore e la lettrice vengono catapultati in pagine stracolme di fotogrammi da ricomporre, come se si trovassero innanzi a tessere di un puzzle scomposto, la cui composizione è essenziale per ricostruire cinquant'anni di vita d'uomo, di cui è essenziale si sappia che sia un Io, che abbia avuto una Madre, un Padre, una Sorella, dei Parenti e una Moglie con Bambina. E nient'altro. 


Gli indizi per comporre tale puzzle ce lo conferiscono proprio le case, reali o simboliche, che lo hanno, di volta in volta, accolto, cullato, consolato e desolato. Nulla è lasciato al caso: da Casa del Prigioniero a Via dell'Idroscalo, ogni cosa è necessaria e funzionale affinché dal disordine si giunga all'ordine. Tanto è vero che il totem dell'opera è la tartaruga: colei ch'è un tutt'uno con la propria abitazione.


Lo stile di scrittura è "chirurgico", asettico, imaginifico, ma poetico e musicale in certi passaggi. Dal mio punto di vista, l'originalità de Il libro della case non risiede tanto nella sua struttura "scomposta" quanto nella costruzione della trama stessa, che parte dai luoghi per giungere alla persona e non viceversa, al fine di indagarne ogni anfratto dell'animo e carpirne l'intrinseca solitudine che accumuna Io con tanti altri io.



Marianna Visconti 


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