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Recensione: Spezzate di J.E.S. Doyle

  Scheda libro: Casa editrice: Tlon edizioni Collana: Numeri primi Anno di pubblicare: 2022 Genere: Saggistica/Femminismo Target: All Formato: Brossura, 297 pagine Codice ISBN: 978-88-31498-65-4 Prezzo: 19,00 € Risvolto di copertina: Donne che sbagliano. Donne che crollano. Donne che, con la loro condotta, osano sfidare i limiti imposti da una cultura patriarcale. Donne spezzate dal morboso piacere di vederle fallire. È di queste donne che Jude Ellison Sady Doyle parla nel suo nuovo libro, Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano, esplorando il meccanismo perverso che stritola e soffoca le donne di ogni epoca. Da Charlotte Brontë a Miley Cirus, da Britney Spears a Hillary Clinton, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne esplorando il fenomeno sociale della trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Come già ne Il mostruoso femminile, questo saggio crudo e graffiante è anche un invito rivol

Le interviste di Lego et Cogito: Silvia Argento

 

Silvia Argento

Cari lettori e Care lettrici, 

Benvenuti/e al consueto appuntamento con Le interviste di Lego et Cogito. L'ospite della settimana è Silvia Argento, di cui ho gia letto e recensito Dipinti - Brevi storie di fragilità (per leggerla cliccate qui). Nell'intervista che segue l'autrice ci parlerà un po' di sé e si addentrerà in alcuni aspetti significativi del suo libro. Buona lettura. 



Ciao Silvia, presentati alla nostra community e parlaci un po' di te. 

Mi chiamo Silvia Argento, sono nata ad Agrigento nel 1997 e quindi fin da piccola sono stata immersa in un contesto artistico e culturale. Sono innamorata infatti della lettura, della musica e del cinema. Cerco di leggere il mondo con gli occhi dell’ironia e del sarcasmo, combatto così l’overthinking che per natura mi porto addosso. Infatti, sono una persona estremamente riflessiva e troppo razionale, la parte irrazionale di me la cerco nell’arte, dove cerco e trovo spesso tante risposte alle mie domande o nuovi quesiti interessanti da pormi per non fare impigrire neanche per un attimo il mio cervello. 


Quando è nato in te l'amore per la scrittura? 

Probabilmente da quando ho imparato a scrivere letteralmente. Il gesto in sé è una cosa che mi permetteva di buttare fuori qualcosa che sentivo di avere dentro, senza però pensare a cosa scrivessi di preciso, solo dopo sono andata sul contenuto. Fin da bambina scrivevo poesie, bigliettini, pensieri per le persone che mi circondavano e a cui volevo bene. È stato un modo per esprimere i miei sentimenti, ovviamente, una via di fuga ma spesso anche una forma di autoriflessione. 


A quale autore o autrice ti ispiri particolarmente? 

Per quanto riguarda lo stile, non ho la pretesa di ispirarmi proprio a lui perché è troppo grande, ma le tematiche e l’analisi dell’esistenza di Dostoevskij mi hanno influenzato tantissimo. Poi ovviamente Oscar Wilde, il mio scrittore preferito, è stata un’ispirazione irrinunciabile e fondamentale per il mio ultimo libro. Non sono d’accordo con gli scrittori che si vantano di avere uno stile unico; non esiste lo stile unico e originale, tutti siamo influenzati da tutti, gli autori e le persone che ci circondano ci formano e ci fanno arricchire. 


Silvia Argento


Da poco hai pubblicato, una gradevole raccolta di racconti: Dipinti - brevi storie di fragilità. Cosa tratta e quali tematiche affronta? 

Le mie storie di fragilità rivelano nel loro natura introspettiva che le caratterizza. Penso che vivere significhi innanzitutto scontrarsi con dei limiti, che tutti abbiamo e che spesso tendiamo a nascondere e ci vergogniamo di mostrare. Le tematiche principali riguardano proprio le nostre debolezze. Ci sono personaggi che soffrono, che non sanno come soffrire, che cercano una risposta nell’altro e il più delle volte la trovano. Con storie brevi anche se più intense possibile cerco di mostrare che cosa significa a volte essere umani quando hai di fronte la grande consapevolezza di non poter durare per sempre. 


Qual è il filo conduttore che lega tutti racconti? 

Sono storie molto diverse tra loro all’apparenza, anche perché caratterizzate da generi diversi. Ci sono diversi racconti che tendono al fantastico, uno è romantico, in qualcuno uso allegorie per descrivere il mondo, altri sono puramente vita quotidiana. Il filo conduttore è solo uno: l’interesse per l’esistenza e per la fragilità degli uomini.

 

Che rapporto sussiste, all'interno dell'opera, fra scrittura e pittura? 

Pittura e scrittura sono due arti molto simili tra loro se pensiamo che ognuno vede in un libro così come in un dipinto spesso aspetti diversi, in base alla propria personalità o al proprio vissuto. Per prendere in prestito concetti cari al mio amato Oscar Wilde, l’arte a volte è più autentica della vita, e per questo scrivere e dipingere hanno un legame forte in quanto della vita ci restituiscono un’immagine più vera e onesta. Nell’opera dei dipinti famosi diventano ispirazione di disegni vividi che come la scrittura illustrano l’essenza di delle emozioni. 


Quale messaggio intendi trasmettere con quest'opera? 

Quando ho pensato al titolo e anche ad alcuni racconti mi sono ricordata di quanto sia difficile ormai palesare di essere imperfetti. Viviamo in una società competitiva dove tutto scorre alla velocità della luce, ci viene chiesto di essere sempre impeccabili, sempre forti, come se fosse una vergogna avere qualche fragilità. Eppure, se vogliamo tornare ai dipinti, sono quelle piccole crepe a renderci affascinanti e noi stessi. Il messaggio che voglio trasmettere con i miei racconti è che non bisogna vergognarsi di essere umani, fragili e imperfetti e anzi bisogna fare di queste inevitabili debolezze delle opere d’arte, incorniciarle come avviene nella copertina. 


Chi è il lettore/la lettrice ideale di Dipinti - brevi storie di fragilità

Questa risposta è molto semplice, si trova nell’epigrafe. Ho dedicato il libro a chiunque sia così forte da sapere essere fragile, quindi questo libro è dedicato e indirizzato ai fragili e soprattutto a coloro i quali a causa della loro fragilità diventano invisibili. 


Se ti va, ci lasci una citazione particolarmente significativa del libro? 

Soleva affermare che ogni essere umano necessita di due cose: la fiducia in se stesso, che deve possedere sempre e comunque, e l’aiuto di qualcuno. 



Marianna Visconti 


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